Gli scampi sono Crostacei Decapodi
della famiglia Nephropidae, appartenenti al Genere Nephrops; il sostantivo
latino della Specie è norvegicus, pertanto il nome binomiale degli scampi
corrisponde a Nephrops norvegicus.
Gli scampi sono organismi simili ai gamberi
(termine peraltro generico e non scientifico), dai quali si distinguono (così
come l'astice e i gamberi di fiume) per la presenza di due chele frontali
particolarmente sviluppate.
Gli scampi sono rosa o arancioni sul dorso e
bianchi sul ventre, mentre le uova (come gli occhi) paiono completamente nere.
Il corpo degli scampi si suddivide in: una porzione cefalica, che contiene il
cervello e alla quale sono fissate ventralmente le zampe e le chele, ed una
porzione addominale, di forma lunga e segmentata, che termina con la coda a
ventaglio. Le chele degli scampi, a differenza di quelle dell'astice, sono
strette, allungate e superficialmente seghettate; in proporzione, le chele
degli scampi risultano molto più lunghe di quelle degli altri Nephropidae.
Gli scampi raggiungono facilmente i 18-20 cm (con
un massimo di 25 cm) di lunghezza, ma vengono catturati e commercializzati
(ahimè!) anche in misure inferiori (≤10 cm). Gli scampi vivono da 5 a 10 anni e
raramente fino a 15; il loro ciclo riproduttivo può essere annuale o biennale a
seconda della temperatura dell'acqua che, se troppo calda o troppo fredda, può
prolungare l'incubazione delle uova impedendo alle femmine di partecipare al
ciclo riproduttivo successivo. Gli scampi cambiano il carapace due volte l'anno
in età giovanile e solo una da adulti.
La pesca degli scampi costituisce una risorsa
europea fondamentale e, assieme a pochi altri prodotti della pesca, sostiene
l'economia commerciale ittica del vecchio continente; in definitiva, gli scampi
rappresentano la specie di crostacei più importante d'Europa.
Attualmente, i luoghi di pesca più sfruttati per
la cattura degli scampi sono il nord-est Atlantico e il mare del Nord, ovvero
tutta la zona compresa tra l'Islanda e la Norvegia fino al Portogallo; altrove,
nel bacino del Mediterraneo, vengono catturati nell'area del mar Adriatico dove
questa pesca (seppur incalzante) risulta meno proficua. Gli scampi non
colonizzino il mar Baltico e il mar Nero.
La distribuzione geografica degli scampi non è
casuale; essi prediligono fondali e nicchie biologiche assolutamente peculiari
ed è rarissimo che, una volta insediati, compiano lunghi spostamenti. Gli
scampi prediligono fondali fangosi, ricchi di limo e argilla (abbondantissimi
nel nord-ovest Adriatico, grazie alle foci dei grossi corsi fluviali), nei
quali scavano cunicoli di alloggio che abbandonano in orari notturni o
crepuscolari e solo per cibarsi o per l'accoppiamento.
Gli scampi
sono predatori-scavatori che si nutrono prevalentemente di piccoli invertebrati
e pesci catturati mediante l'utilizzo delle lunghe e possenti chele.
Gli scampi sono dunque crostacei sedentari ed
attualmente, nel mondo, se ne conoscono una trentina di aree coloniche dove,
ovviamente, si concentra il prelievo. Tra l'altro, gli scampi soffrono di una
vasta serie di parassitosi delle quali una in particolare sembra incidere
maggiormente sull'andamento demografico della specie: l'infestazione da
Hematodinium. Questo organismo, veicolo di numerosi patogeni, compromette il
ricambio del carapace degli scampi rendendoli più vulnerabili.
Purtroppo, a causa della loro limitata
adattabilità biologica, del loro pregio gastronomico e delle relative ambizioni
venatorie imputabili ai commercianti (vengono pescate 60.000 tonnellate di
scampi l'anno), questi crostacei sono destinati inesorabilmente a scomparire
dai mari e dagli oceani del Mondo.
Come i gamberi, anche gli scampi sono soggetti a
forti alterazioni enzimatiche (imbrunimento e liberazione di ammoniaca) e
batteriologiche (liberazione di ammoniaca e putrescenza).
Per evitare che anneriscano e degradino, gli
scampi appena pescati necessiterebbero l'immediato abbattimento di temperatura;
al contrario, qualora dovessero raggiungere la vendita al dettaglio in forma
"fresca", per logica, dovrebbero presentare (anche dopo pochissimo
tempo) un imbrunimento (tendente al verde) della testa che, col passare del
tempo, si estende fino ad alcune zone del carapace. Al fine di contrastare
quest'ultimo processo, è molto diffuso il mantenimento cromatico degli scampi
tramite l'addizione con solfiti, i quali conservano efficacemente il pigmento
naturale del carapace ma non interrompono con altrettanta efficacia la
proliferazione batterica; d'altro canto, questi additivi dovrebbero
necessariamente figurare sull'etichetta alimentare poiché, seppur addizionati
in quantità innocue per la salute umana (opinabile), sono comunque molecole
potenzialmente allergizzanti e responsabili di reazioni istaminiche molto gravi
(shock anafilattico e/o morte).
Per valutare la freschezza degli scampi è quindi
necessario ricorrere ad un'analisi olfattiva e tattile piuttosto che visiva;
mediante l'aggiunta dei solfiti, gli scampi tendono a mantenere un colore
soddisfacente anche dopo parecchi giorni dalla cattura ma, ciò che non tradisce
l'esperto, sono l'odore e la compattezza dell'animale.
Odore degli scampi: gli scampi ed i crostacei in
genere contengono un notevole quantitativo di amminoacidi liberi e di enzimi
proteolitici nei tessuti; questa caratteristica determina una liberazione
precoce di gruppi azotati e il conseguente odore di ammoniaca. Non è detto che
tale reazione si correli a una contaminazione batteriologica dell'alimento, ma
il valore organolettico e gustativo ne risultano assolutamente compromessi.
Consistenza
degli scampi: Come anticipato, anche la consistenza degli scampi è un notevole
indicatore di freschezza; i crostacei freschi presentano segmenti corporei ben
saldi ed uniti, mentre il muscolo della coda si presenta sempre turgido e
fissato alla testa. Al contrario, gli scampi più "vecchi" si
presentano semi-vuoti (disidratati) e, sollevandoli per la coda, si noterebbe
uno spazio significativo tra quest'ultima e la testa.
Gli scampi si prestano a tutti i tipi di cottura anche se, a mio avviso, sono totalmente sprecati in frittura. Se freschi e grossi costituiscono l'ingrediente principale della crudità di crostacei, ma non sfigurano all'interno di una Catalana ben assortita. In Italia si prediligono le preparazioni arrosto e al forno, ma ben pochi ristoratori sono in grado di azzeccare il giusto tempo di cottura; il risultato di un trattamento termico eccessivo è l'acquisizione inesorabile di una consistenza stopposa e un sapore insignificante o sgradevole. Non mancano i primi piatti a base di scampi nei quali si prediligono crostacei di piccola taglia e (spesso) meno freschi della media. Probabilmente la ricetta più nota è il cocktail di scampi anche se, pur rappresentando un buon antipasto, non gratifica quanto ci si aspetterebbe.
Gli scampi si prestano a tutti i tipi di cottura anche se, a mio avviso, sono totalmente sprecati in frittura. Se freschi e grossi costituiscono l'ingrediente principale della crudità di crostacei, ma non sfigurano all'interno di una Catalana ben assortita. In Italia si prediligono le preparazioni arrosto e al forno, ma ben pochi ristoratori sono in grado di azzeccare il giusto tempo di cottura; il risultato di un trattamento termico eccessivo è l'acquisizione inesorabile di una consistenza stopposa e un sapore insignificante o sgradevole. Non mancano i primi piatti a base di scampi nei quali si prediligono crostacei di piccola taglia e (spesso) meno freschi della media. Probabilmente la ricetta più nota è il cocktail di scampi anche se, pur rappresentando un buon antipasto, non gratifica quanto ci si aspetterebbe.
La pulizia degli scampi non è difficile; se i
crostacei vantano freschezza eccellente (acquistati in filiera corta), consiglio
sia di lavarli che di tagliarli ma, al contrario, nel caso in cui la ricetta lo
richieda, è possibile aprirli per la schiena con una forbice o un coltello e
rimuovere il "filo intestinale".
Le informazioni nutrizionali sugli scampi sono
poche; è logico supporre che, come i gamberi, non si distacchino molto dalla
media dei Crostacei Decapoda. Se così fosse, apporterebbero poche calorie (71
Kcal/100 g), la maggior parte delle quali proviene da peptidi ad alto valore
biologico. Sarebbero presenti anche pochi grammi di lipidi ed una quantità notevole
di colesterolo (95-180 mg/100 g). I glucidi, invece, risulterebbero
irrilevanti.
Per quel che concerne le vitamine, gli scampi
dovrebbero apportare buone quantità di riboflavina (vit. B2), niacina (vit. PP)
e probabilmente anche astaxantina (β-carotene) e dovrebbero essere anche ricchi
di sodio, ferro, potassio, fosforo e calcio.
Il carapace degli scampi, come quello dei gamberi,
contiene un polisaccaride indigeribile detto chitina. Questa molecola
complessa, trattata con soluzioni basiche, muta in chitosano, un prodotto
utilizzato come chelante dei grassi nelle terapie dimagranti (i risultati sono
comunque poco significativi e quasi nulli).
Una ricetta apparentemente complicata ma che in
realtà è di semplice realizzazione e abbastanza rapida di esecuzione. Il costo
un po’ alto (circa 5 € a porzione) è dovuto all’utilizzo degli scampi ma, ogni
tanto, ci può stare.
Ingredienti (per 4 persone).
400 g
di tagliolini freschi;
12
scampi;
2
zucchine;
Qualche
grano di pepe rosa;
2
spicchi di aglio;
5-6 pomodorini
ciliegiono;
1
mazzetto di mentuccia;
1
mazzetto di prezzemolo;
70 g
di mandorle;
½ bicchiere di vino bianco secco.
1 –
Preparazione.
Prepariamo gli campi.
Pulite
gli scampi, lasciandone intatti almeno quattro. Il resto degli scampi puliteli
operando nel seguente modo.
Tendo
lo scampo con la parte ventrale vero l’alto (1), con una forbice tagliate, la
cartilagine ventrale, prima lungo un lato (2) e poi lungo l’altro lato (3).
Partendo dalla coda, sollevate la cartilagine e staccatela completamente (4).
Inserite
le punte della forbice sotto la polpa all’altezza della coda (5), sollevate e
staccate tutta la polpa della coda (6). Con l’ausilio di uno stecchino,
asportate il filo intestinale scuro (7). Mettete da parte le teste, con ancora
attaccata la corazza dello scampo, che vi serviranno per insaporire la
preparazione (8).
Tagliate la polpa ottenuta dagli scampi in 2-3 pezzetti e metteteli da parte.
Tagliate la polpa ottenuta dagli scampi in 2-3 pezzetti e metteteli da parte.
Per
una migliore comprensione di tutta la procedura, consiglio di prendere visione
del video riportato di seguito.
Prepariamo
il resto degli ingredienti.
Lavate e mondate le zucchine (1), tagliatele a
metà (2) e poi a fettine (3) ed in fine a listarelle (4).
Scegliete voi la dimensione e lo spessore delle
fettine e relative listarelle; più piccole e sottili saranno e più rapida sarà la
cottura.
Preparate un trito molto sottile con le erbe
aromatiche: prezzemolo e mentuccia.
Schiacciate qualche grano di pepe rosa.
Tritate a coltello le mandorle spellate sino ad
ottenere una granella non troppo fine: in commercio esiste la granella di
mandorle già pronta.
Scottate per qualche secondo, in acqua bollente, i
pomodorini dopo aver inciso a croce la pelle; tuffateli in acqua fredda,
privateli della pelle, tagliateli a spicchi e, dopo aver eliminato i semi,
tagliateli a dadini.
2 –
Cottura.
In
una padella ampia, fate scaldare un filo d’olio e aggiungete gli scarti degli
scempi (teste e carapaci) e fate rosolare, a fuoco vivo per qualche minuto.
Togliete
gli scarti degli scampi, aggiungete 2 spicchi d’aglio in camicia schiacciati e
fate insaporire per 2-3 minuti.
Unite
le zucchine, salate e sfumate con il vino bianco. Dopo che l’alcol sarà
evaporato, aggiungete il trito di erbe aromatiche, il pepe rosa, i pomodorini e proseguite la
cottura sino a quando le zucchine saranno cotte (lasciatele un poco al dente).
Quando le zucchine saranno pronte, unita la polpa degli scampi e fate saltare per 1-2 minuti e togliete dal fuoco.
Quando le zucchine saranno pronte, unita la polpa degli scampi e fate saltare per 1-2 minuti e togliete dal fuoco.
Intanto
fate cuocere anche gli scampi interi, tenuti da parte, mettendoli semplicemente
in una padella anti aderente con un filo di olio; quando la corazza avrà
cambiato colore, diventando aracio-rosso, i vostri scampi saranno cotti.
Lessate
la pasta e scolatela al dente; mettetela nella padella contenente le zucchine e
fate saltare per 2-3 minuti, aggiungendo un mestolino di acqua di cottura della
pasta.
3 -
Presentazione.
Servite con uno scampo
intero sul piatto e un cucchiaino di mandorle tritate.
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