Il giuggiolo, il cui nome scientifico è Ziziphus zizyphus, è una pianta appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae ed è originaria della Siria. Venne introdotto in Cina e in India, dove viene coltivato da oltre 4000 anni. In Italia venne importato dai Romani. Erodoto (Alicarnasso, 484 a.C. – Thurii, 425 a.C.) scrisse nelle Storie (440 a.C.-429 a.C.) che le giuggiole sono dolci come il dattero e che potevano essere usate per produrre un vino, già conosciuto da Egizi e Fenici.
Le giuggiole sono estremamente dolci, tanto che Erodoto le paragonò ai datteri, e citava già allora il famoso vino che si produce da esse, arrivato fino a noi e conosciuto come brodo di giuggiole. Questo succo è infatti talmente dolce da aver dato origine al modo di dire che tutti conosciamo sciogliersi in brodo di giuggiole, ovvero essere in una situazione di piacere e gioia, una specie di pace dei sensi!
Esistono diverse specie e quelle più diffuse nel nostro Paese sono la zizyphus sativa e la zizyphus jujuba.
Il giuggiolo è una pianta alta fra i 5 e i 12 metri e presenta rami irregolari e spinosi. I suoi frutti assomigliano a prima vista alle olive e sono di colore bruno. Essi a maturità presentano una polpa soda e compatta, di colore verde chiaro, e ricordano le mele. La dolcezza del loro sapore aumenta con la maturazione. Le giuggiole si raccolgono da settembre a ottobre.
Purtroppo è ben difficile procurarsi le giuggiole perché vengono coltivate in ambito familiare e comunque in zone molto ristrette. Il paese in cui questi magnifici alberi sono ancora presenti in abbondanza è Arquà Petrarca, borgo medievale sito in provincia di Padova, nei Colli Euganei e noto perché scelto dal poeta Francesco Petrarca come luogo in cui trascorrere gli ultimi anni della sua vita, fino alla morte avvenuta nel 1374.
La zizifina, un composto che si trova nelle foglie del giuggiolo, sopprime nell'uomo la percezione del sapore dolce.
Se colto quando non ancora maturo (ossia quando presenta un colore verde uniforme), il frutto del giuggiolo, la giuggiola, ha un sapore simile a quello di una mela. Con il procedere della maturazione tuttavia, il colore si scurisce, la superficie si fa rugosa e il sapore diviene via via più dolce, fino ad assomigliare a quello di un dattero. Le giuggiole si consumano sia fresche, appena colte dall'albero, sia quando sono leggermente raggrinzite. C'è un solo nocciolo all'interno del frutto, simile a quello di un'oliva, che nella cucina persiana è noto come annab.
La giuggiola ha anche ottime proprietà medicinali. Contiene una ottima quantità di vitamina C (40 mg) e ciò lo rende simile agli agrumi; infatti 10 giuggiole equivalgono a 2 arance.
Possiede un valore calorico relativamente elevato (120 kcal per 100 g) rispetto ad altra frutta fresca.
Molti cibi, che prima venivano consumati comunemente, col tempo sono stati abbandonati per lasciare spazio di mercato a prodotti più facili e meno costosi da riprodurre durante tutto l'anno. Di questa famiglia di dimenticati fanno parte le giuggiole.
Le giuggiole sono note per alcune peculiari proprietà grazie all’alto contenuto di principi nutritivi dei più utili ed efficaci:
- Proprietà espettoranti ed emollienti. Grazie all’alto contenuto di zuccheri e mucillagini le giuggiole sono particolarmente adatte, nel periodo invernale, per combattere i principali sintomi influenzali quali la congestione delle vie aeree respiratorie.
- Proprietà sedative. Grazie all’alto contenuto di adenosina, infatti, le giuggiole hanno la capacità di potenziare l’effetto di farmaci ipnotici e sedativi, aiutando a ridurne le quantità assunte.
- Proprietà anticonvulsivanti e di regolazione della pressione. Grazie all’alto contenuto di glucosidi e flavonoidi riescono, sul lungo periodo, a controllare i livelli della pressione, rendendosi particolarmente utili nella normalizzazione della pressione alta, e di ridurre l’intensità delle convulsioni.
Tutti coloro che in primavera soffrono di disturbi alle vie respiratorie, causati da allergie croniche, da infiammazioni della gola, da sbalzi di temperatura, navigano alla ricerca di rimedi naturali per superare uno dei bimestri più difficili dell’anno. Tra i rimedi naturali che curano le vie respiratorie, oltre al farfaccio e al ribes nero, c’è il giuggiolo.