L'anguria o cocomero
(Citrullus lanatus) è una pianta della famiglia delle Cucurbitaceae (stessa famiglia della zucca, zucchina,
cetriolo e melone), originariamente proveniente dall'Africa tropicale.
Il nome cocomero, usato nell'Italia
centrale e meridionale, deriva dal latino cucumis (cetriolo).
Nel Meridione è peraltro diffuso anche il termine melone d'acqua.
Il nome anguria, usato nel Settentrione,
deriva invece dal greco tardo angurion (cetriolo), propagatosi
attraverso la dominazione bizantina a partire dall'Esarcato di Ravenna.
Non è dato sapere quando
l'anguria sia stata coltivata per la prima volta ma il primo raccolto di angurie
mai registrato avvenne nell'Antico Egitto quasi 5000 anni fa ed è stato documentato
in alcuni geroglifici. Il frutto veniva spesso deposto nelle tombe dei faraoni,
come mezzo di sostentamento per l'aldilà. Nel mito egizio il cocomero aveva
origine dal seme del dio Seth.
Nel X secolo d.C. l'anguria
era coltivata in Cina, attuale primo produttore mondiale. Nel XIII secolo il
frutto venne introdotto in Europa dall'invasione dei Mori.
La polpa dell’anguria, di colore rosso e ricca di
semi, è costituita per oltre il 90% di acqua, ma contiene anche un discreto
quantitativo di zuccheri, soprattutto fruttosio, e vitamine A, C (8.1 mg), B e
B6.
Nel 2001 I giapponesi pubblicizzavano “l’anguria
quadrata”, in realtà questo frutto innaturale è un’invenzione Italiana
e nasce dalla fantasia di un produttore della provincia di Cremona nel 1995.
Dopo una lunga passeggiata, poche cose sono in grado
di dare sollievo, al corpo e allo spirito, come una bella fetta d’anguria
fresca (non gelata).
Mentre consumavo la mia fetta, mi sono chiesto se
la “scorza”, poteva essere utilizzata per qualche preparazione.
Ho trovato in rete questo Blog che propone alcuni spunti veramente interessanti; ecco quindi
l’idea della confettura di scorza di anguria al basilico.