Il Gorgonzola D.O.P. è un formaggio a pasta
cruda di colore bianco paglierino, le cui screziature blu-verdastre sono dovute
al processo di erborinatura, cioè alla formazione di muffe. Si presenta cremoso
e morbido con sapore caratteristico, leggermente piccante il tipo dolce, più
deciso e forte il tipo piccante.
Il prodotto è immesso al consumo nelle due tipologie, dolce e piccante, in base al protrarsi della stagionatura, la cui durata non può essere inferiore ai 50 giorni. Presenta forma cilindrica con facce piane e un peso compreso tra i 6 e i 13 kg; la crosta è di colore grigio e/o rosato, non commestibile; la consistenza della pasta è cremosa e morbida, nel tipo dolce, erborinata e friabile nel tipo piccante; il sapore è particolare e varia in base alla stagionatura: leggermente piccante nel tipo dolce, più deciso e forte nel tipo piccante. Grasso sulla sostanza secca: min. 48%.
Il Gorgonzola è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. La superficie deve essere avvolta in una carta di alluminio recante l’indicazione Gorgonzola, il logo della denominazione che rappresentante una “g”, che riconduce alla denominazione Gorgonzola, riprodotta su tutto l’incarto, e il simbolo comunitario. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
È reperibile su tutto il territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio. Parte della produzione viene esportata.
Già in epoca romana era tradizione che in autunno le mandrie di vacche dalle Alpi scendessero alle marcite della Valle Padana. Nei prati di Gorgonzola giungevano così dalle valli bergamasche numerose mandrie a pascolare: esse brucavano l’erba nata dopo l’ultima falciatura, detta erba quartirola. Così, “la necessità facendo affluire a Gorgonzola tante bestie bovine, doveva ammassarvi una grande quantità di latte, sicché nacque il bisogno di trarne partito. Da ciò la fabbricazione dello stracchino, - cioè latte ricavato dalle mucche "stracche" per il lungo viaggio - la cui invenzione è dovuta ai terrieri di Gorgonzola”.
La leggenda vorrebbe che il "Gorgonzola", documentato a partire dal XV secolo, sarebbe frutto della scappatella amorosa di un mandriano che, lasciato a metà il lavoro della sera per volare tra le braccia della sua bella, avrebbe unito la cagliata del mattino a quella della sera precedente ottenendo un formaggio che, pur stagionando rimaneva tenero. Forato con dei rametti per favorirne l'asciugatura, si sarebbe striato internamente di muffe, risultate poi commestibili.
La grande disponibilità di latte e la casualità, tramutarono quello che pareva un difetto organico in una specialità, facendo di Gorgonzola il centro di produzione del rinomato formaggio, che per legge e tradizione viene prodotto esclusivamente con il latte proveniente dagli allevamenti di Piemonte e Lombardia e che dal 1996 risulta fra i prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP).
Il prodotto è immesso al consumo nelle due tipologie, dolce e piccante, in base al protrarsi della stagionatura, la cui durata non può essere inferiore ai 50 giorni. Presenta forma cilindrica con facce piane e un peso compreso tra i 6 e i 13 kg; la crosta è di colore grigio e/o rosato, non commestibile; la consistenza della pasta è cremosa e morbida, nel tipo dolce, erborinata e friabile nel tipo piccante; il sapore è particolare e varia in base alla stagionatura: leggermente piccante nel tipo dolce, più deciso e forte nel tipo piccante. Grasso sulla sostanza secca: min. 48%.
Il Gorgonzola è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. La superficie deve essere avvolta in una carta di alluminio recante l’indicazione Gorgonzola, il logo della denominazione che rappresentante una “g”, che riconduce alla denominazione Gorgonzola, riprodotta su tutto l’incarto, e il simbolo comunitario. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
È reperibile su tutto il territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio. Parte della produzione viene esportata.
Già in epoca romana era tradizione che in autunno le mandrie di vacche dalle Alpi scendessero alle marcite della Valle Padana. Nei prati di Gorgonzola giungevano così dalle valli bergamasche numerose mandrie a pascolare: esse brucavano l’erba nata dopo l’ultima falciatura, detta erba quartirola. Così, “la necessità facendo affluire a Gorgonzola tante bestie bovine, doveva ammassarvi una grande quantità di latte, sicché nacque il bisogno di trarne partito. Da ciò la fabbricazione dello stracchino, - cioè latte ricavato dalle mucche "stracche" per il lungo viaggio - la cui invenzione è dovuta ai terrieri di Gorgonzola”.
La leggenda vorrebbe che il "Gorgonzola", documentato a partire dal XV secolo, sarebbe frutto della scappatella amorosa di un mandriano che, lasciato a metà il lavoro della sera per volare tra le braccia della sua bella, avrebbe unito la cagliata del mattino a quella della sera precedente ottenendo un formaggio che, pur stagionando rimaneva tenero. Forato con dei rametti per favorirne l'asciugatura, si sarebbe striato internamente di muffe, risultate poi commestibili.
La grande disponibilità di latte e la casualità, tramutarono quello che pareva un difetto organico in una specialità, facendo di Gorgonzola il centro di produzione del rinomato formaggio, che per legge e tradizione viene prodotto esclusivamente con il latte proveniente dagli allevamenti di Piemonte e Lombardia e che dal 1996 risulta fra i prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP).