L’uovo è
un ottimo alimento e contiene vitamine e sali minerali in quantità elevata. Per
le sue caratteristiche nutrizionali è considerato uno degli alimenti proteici
più completi in natura, e un ottimo complemento dei carboidrati normalmente
presenti nella dieta mediterranea.
Mediamente un uovo ha il peso di 50-70 g ed è costituito per il 10,5% di guscio (tra 5-7 g), il 58,5% di albume (tra 30-40 g) e il 31% di tuorlo (tra 15-20 g). Le proporzioni dei diversi costituenti possono variare in funzione di numerosi fattori, ad esempio: l’età della gallina, la razza, l’alimentazione, il metodo di allevamento, le condizioni ambientali.
In cucina capita spesso di utilizzare solo il tuorlo dell’uovo per realizzare ricette di dolci, pasta fresca, salse, creme, ecc. Gli albumi rimasti che, come accennato, rappresentano circa il 60 % dell’uovo non vanno “assolutamente” buttati. Conservati in frigorifero per 2-3 giorni o congelati in freezer per 2-3 mesi, possono essere riutilizzati nella preparazione di ricette dolci, salate ma anche come prodotto cosmetico per la cura di pelle e capelli.
L’albume dell’uovo racchiude proprietà che aiutano a tonificare e a donare luminosità alla pelle del viso, eliminando le impurità che si accumulano nei pori.
L’infiammazione sotto gli occhi (le famose ”borse”) fa apparire il viso opaco, malato e invecchiato. Per fortuna esistono alcuni ingredienti, come l’albume d’uovo, molto utili per ridurre l’infiammazione in modo rapido e del tutto naturale.
Per pulire a fondo la pelle e, soprattutto, i pori, l’albume dell’uovo è un ottimo rimedio; regola il pH naturale e riduce l’eccesso di sebo.
Proprio come accade con la pelle, anche per il cuoio capelluto, l’albume aiuta a regolare il pH naturale e a controllare l’eccesso di sebo senza conseguenze per gli oli naturali.
Io recupero regolarmente gli albumi rimasti dalle varie preparazioni e, questa volta, li ho utilizzati per preparare della pasta fresca: dei tonnarelli tagliati alla chitarra.
Ho intitolato la ricetta Tonnarelli all’albume “quasi arrabbiati” poiché, in realtà la pasta all’arrabbiata, la ricetta più romana in assoluto, prevede (oltre alla pasta) solo 4 ingredienti fondamentali: pomodoro, aglio, peperoncino piccante e pecorino (romano ovviamente).
Il "quasi" deriva quindi dal fatto di aver aggiunto altri ingredienti; il risultato mi è parso decisamente buono; valutate voi se provare o meno questa mia idea.
Ingredienti (per 4-5 persone).
Per la pasta.
200 g di albume d’uovo (circa 5 albumi) (*);
400 g farina di cui:
Mediamente un uovo ha il peso di 50-70 g ed è costituito per il 10,5% di guscio (tra 5-7 g), il 58,5% di albume (tra 30-40 g) e il 31% di tuorlo (tra 15-20 g). Le proporzioni dei diversi costituenti possono variare in funzione di numerosi fattori, ad esempio: l’età della gallina, la razza, l’alimentazione, il metodo di allevamento, le condizioni ambientali.
In cucina capita spesso di utilizzare solo il tuorlo dell’uovo per realizzare ricette di dolci, pasta fresca, salse, creme, ecc. Gli albumi rimasti che, come accennato, rappresentano circa il 60 % dell’uovo non vanno “assolutamente” buttati. Conservati in frigorifero per 2-3 giorni o congelati in freezer per 2-3 mesi, possono essere riutilizzati nella preparazione di ricette dolci, salate ma anche come prodotto cosmetico per la cura di pelle e capelli.
L’albume dell’uovo racchiude proprietà che aiutano a tonificare e a donare luminosità alla pelle del viso, eliminando le impurità che si accumulano nei pori.
L’infiammazione sotto gli occhi (le famose ”borse”) fa apparire il viso opaco, malato e invecchiato. Per fortuna esistono alcuni ingredienti, come l’albume d’uovo, molto utili per ridurre l’infiammazione in modo rapido e del tutto naturale.
Per pulire a fondo la pelle e, soprattutto, i pori, l’albume dell’uovo è un ottimo rimedio; regola il pH naturale e riduce l’eccesso di sebo.
Proprio come accade con la pelle, anche per il cuoio capelluto, l’albume aiuta a regolare il pH naturale e a controllare l’eccesso di sebo senza conseguenze per gli oli naturali.
Io recupero regolarmente gli albumi rimasti dalle varie preparazioni e, questa volta, li ho utilizzati per preparare della pasta fresca: dei tonnarelli tagliati alla chitarra.
Ho intitolato la ricetta Tonnarelli all’albume “quasi arrabbiati” poiché, in realtà la pasta all’arrabbiata, la ricetta più romana in assoluto, prevede (oltre alla pasta) solo 4 ingredienti fondamentali: pomodoro, aglio, peperoncino piccante e pecorino (romano ovviamente).
Il "quasi" deriva quindi dal fatto di aver aggiunto altri ingredienti; il risultato mi è parso decisamente buono; valutate voi se provare o meno questa mia idea.
Ingredienti (per 4-5 persone).
Per la pasta.
200 g di albume d’uovo (circa 5 albumi) (*);
400 g farina di cui:
- 200 g di tipo “0”
- 200 g di semola di grano duro rimacinata;
1 cucchiaio d’olio EVO;
1 pizzico di sale.
Per in condimento.
400 g di polpa di pomodoro;
150 g di olive nere denocciolate;
80 g di pancetta affumicata;
2 spicchi d’aglio (*);
3-4 peperoncini piccanti (**);
1 scalogno;
4-5 cucchiai di olio EVO;
4 cucchiai di pecorino romano DOP.
1 – Preparazione.
Preparate la pasta.
In commercio potete trovare dei tonnarelli di ottima qualità sia freschi che secchi; nel caso abbiate voglia (e tempo) per prepararli in casa, procedete come indicato di seguito.
Per la preparazione della pasta per 4 persone occorrono almeno 5 albumi che vanno impastati con il doppio del loro peso di farina.
Preparate, sul piano di lavoro, una fontana con le farine mescolate fra loro; praticate un incavo nel quale andrete ad aggiungere gli albumi d’uovo, l’olio EVO e un pizzico di sale e, aiutandovi con una forchetta, incorporate via via la farina (1) (2).
Iniziate a lavorare l’impasto con le mani (3), lavorandolo energicamente (4).
Arrotolate l’impasto a “palla”, avvolgetelo con pellicola e lasciate riposare per almeno 1 ora a temperatura ambiente (5).
Trascorso il tempo, prelevare, di volta in volta, delle porzioni di impasto grandi come un pugno.
Fate passare l’impasto, di ogni porzione, una dozzina di volte attraverso i rulli della sfogliatrice (manuale o elettrica), partendo dal massimo spessore sino ad arrivare ad una sfoglia dello spessore di 1-1,5 mm (6).
Se siete particolarmente bravi con il “mattarello”, potete eseguire la tiratura della pasta col mattarello, ottenendo comunque una sfoglia liscia e dello spessore voluto.
Per il taglio dei tonnarelli io ho usato la “chitarra” (7). Distribuite i tonnarelli ottenuti sul piano di lavoro, spolverate con un po’ di farina di semola rimacinata e fate asciugare per 10-15 minuti prima di utilizzarli, conservarli in frigorifero (per 2-3 giorni massimo) o congelarli (8).
Per quanto riguarda il taglio della sfoglia per ottenere le tagliatelle (pappardelle, tagliolini, ecc.), ognuno di voi utilizzerà il metodo o “l’attrezzo” che avete a disposizione sia esso la vecchia e classica “nonna papera” (manuale o elettrica) (a), dei rulli taglia pasta (b), accessori di impastatrici (c) o, più semplicemente, a coltello (d).
Preparate il resto degli ingredienti.
Nel caso non aveste a disposizione dei peperoncini freschi, mettete in una tazzina del peperoncino secco, aggiungete un po’ d’acqua e lasciate reidratare per almeno ½ ora.
Dopo aver eliminato la salamoia di conservazione delle olive, tagliatele a rondelle e mettetele da parte.
Private la pancetta della cotenna e tagliatela a dadini non troppo grandi e mettete da parte.
Tritate finemente gli spicchi d'aglio e lo scalogno, mentre il prezzemolo, una volta mondato, lavato e asciugato, dovrete tritarlo finemente solo poco prima di aggiungerlo alla preparazione o spolverarlo sui piatti pronti.
2 – Cottura.
In un’ampia padella, adatta a far saltare tutta la pasta, fate scaldare l’olio EVO; unite lo scalogno, l’aglio, un paio di cucchiai di acqua bollente e fate rosolare, a fuoco moderato, per 3-4 minuti facendo attenzione di evitare che il soffritto si colori troppo; nel caso, aggiungete altra acqua bollente.
Aggiungete la pancetta e continuate la rosolatura per altri 3-4 minuti, sempre a fuoco moderato.
Unite la polpa di pomodoro, i peperoncini (freschi o secchi reidratati), aumentate un poco il fuoco e fate asciugare il sugo per una decina di minuti: non fatelo asciugare troppo. Dopo 5 minuti unite le olive, mescolate bene, aggiustate di sale (se necessario) e proseguite nella cottura.
Nel frattempo, portate a bollore abbondante acqua salata e lessate i tonnarelli (occorreranno circa 10 minuti).
Scolate la pasta al dente, aggiungetela nella padella con il sugo con un mestolino di acqua di cottura della pasta e fate saltare per 2-3 minuti facendo assorbire alla pasta il sugo; la pasta non dovrà essere completamente asciutta, ma leggermente “bagnata”.
Spegnete il fuoco, aggiungete il pecorino grattugiato, un filo d'olio EVO e fate saltare ancora per amalgamare il tutto.
3 - Presentazione.
Impiattate, spolverate, se gradito, con del prezzemolo tritato fresco, altro pecorino e servite.
(*)La quantità di aglio è soggettiva, potete aumentare o diminuire la quantità in relazione ai vostri gusti personali;
1 pizzico di sale.
Per in condimento.
400 g di polpa di pomodoro;
150 g di olive nere denocciolate;
80 g di pancetta affumicata;
2 spicchi d’aglio (*);
3-4 peperoncini piccanti (**);
1 scalogno;
4-5 cucchiai di olio EVO;
4 cucchiai di pecorino romano DOP.
1 – Preparazione.
Preparate la pasta.
In commercio potete trovare dei tonnarelli di ottima qualità sia freschi che secchi; nel caso abbiate voglia (e tempo) per prepararli in casa, procedete come indicato di seguito.
Per la preparazione della pasta per 4 persone occorrono almeno 5 albumi che vanno impastati con il doppio del loro peso di farina.
Preparate, sul piano di lavoro, una fontana con le farine mescolate fra loro; praticate un incavo nel quale andrete ad aggiungere gli albumi d’uovo, l’olio EVO e un pizzico di sale e, aiutandovi con una forchetta, incorporate via via la farina (1) (2).
Iniziate a lavorare l’impasto con le mani (3), lavorandolo energicamente (4).
Arrotolate l’impasto a “palla”, avvolgetelo con pellicola e lasciate riposare per almeno 1 ora a temperatura ambiente (5).
Trascorso il tempo, prelevare, di volta in volta, delle porzioni di impasto grandi come un pugno.
Fate passare l’impasto, di ogni porzione, una dozzina di volte attraverso i rulli della sfogliatrice (manuale o elettrica), partendo dal massimo spessore sino ad arrivare ad una sfoglia dello spessore di 1-1,5 mm (6).
Se siete particolarmente bravi con il “mattarello”, potete eseguire la tiratura della pasta col mattarello, ottenendo comunque una sfoglia liscia e dello spessore voluto.
Per il taglio dei tonnarelli io ho usato la “chitarra” (7). Distribuite i tonnarelli ottenuti sul piano di lavoro, spolverate con un po’ di farina di semola rimacinata e fate asciugare per 10-15 minuti prima di utilizzarli, conservarli in frigorifero (per 2-3 giorni massimo) o congelarli (8).
Per quanto riguarda il taglio della sfoglia per ottenere le tagliatelle (pappardelle, tagliolini, ecc.), ognuno di voi utilizzerà il metodo o “l’attrezzo” che avete a disposizione sia esso la vecchia e classica “nonna papera” (manuale o elettrica) (a), dei rulli taglia pasta (b), accessori di impastatrici (c) o, più semplicemente, a coltello (d).
Preparate il resto degli ingredienti.
Nel caso non aveste a disposizione dei peperoncini freschi, mettete in una tazzina del peperoncino secco, aggiungete un po’ d’acqua e lasciate reidratare per almeno ½ ora.
Dopo aver eliminato la salamoia di conservazione delle olive, tagliatele a rondelle e mettetele da parte.
Private la pancetta della cotenna e tagliatela a dadini non troppo grandi e mettete da parte.
Tritate finemente gli spicchi d'aglio e lo scalogno, mentre il prezzemolo, una volta mondato, lavato e asciugato, dovrete tritarlo finemente solo poco prima di aggiungerlo alla preparazione o spolverarlo sui piatti pronti.
2 – Cottura.
In un’ampia padella, adatta a far saltare tutta la pasta, fate scaldare l’olio EVO; unite lo scalogno, l’aglio, un paio di cucchiai di acqua bollente e fate rosolare, a fuoco moderato, per 3-4 minuti facendo attenzione di evitare che il soffritto si colori troppo; nel caso, aggiungete altra acqua bollente.
Aggiungete la pancetta e continuate la rosolatura per altri 3-4 minuti, sempre a fuoco moderato.
Unite la polpa di pomodoro, i peperoncini (freschi o secchi reidratati), aumentate un poco il fuoco e fate asciugare il sugo per una decina di minuti: non fatelo asciugare troppo. Dopo 5 minuti unite le olive, mescolate bene, aggiustate di sale (se necessario) e proseguite nella cottura.
Nel frattempo, portate a bollore abbondante acqua salata e lessate i tonnarelli (occorreranno circa 10 minuti).
Scolate la pasta al dente, aggiungetela nella padella con il sugo con un mestolino di acqua di cottura della pasta e fate saltare per 2-3 minuti facendo assorbire alla pasta il sugo; la pasta non dovrà essere completamente asciutta, ma leggermente “bagnata”.
Spegnete il fuoco, aggiungete il pecorino grattugiato, un filo d'olio EVO e fate saltare ancora per amalgamare il tutto.
3 - Presentazione.
Impiattate, spolverate, se gradito, con del prezzemolo tritato fresco, altro pecorino e servite.
(*)La quantità di aglio è soggettiva, potete aumentare o diminuire la quantità in relazione ai vostri gusti personali;
(**)Anche la quantità
di peperoncino è soggettiva; personalmente amo il piccante, quindi “esagero”!
Nel caso non aveste a disposizione il peperoncino fresco, potete utilizzare
quello secco avendo l’accortezza di far reidratare i peperoncini in una tazzina
d’acqua tiepida per almeno ½ ora.
La capsicina o capsaicina è il principio attivo del peperoncino (Capsicum). Presente nei frutti (bacche) e nei semi, è conosciuta ed apprezzata per la sua azione rubefacente. Tale termine indica la capacità di una droga di stimolare l'afflusso di sangue.
Mangiare piccante non solo fa bene alla salute ma aiuterebbe a vivere più a lungo. Tra chi mangia piccante 6-7 giorni a settimana il rischio di mortalità scende del 14% rispetto a chi lo fa meno di una volta a settimana. A questa conclusione è giunto un gruppo di ricercatori cinesi in un lavoro pubblicato sul British Medical Journal.
La capsicina o capsaicina è il principio attivo del peperoncino (Capsicum). Presente nei frutti (bacche) e nei semi, è conosciuta ed apprezzata per la sua azione rubefacente. Tale termine indica la capacità di una droga di stimolare l'afflusso di sangue.
Mangiare piccante non solo fa bene alla salute ma aiuterebbe a vivere più a lungo. Tra chi mangia piccante 6-7 giorni a settimana il rischio di mortalità scende del 14% rispetto a chi lo fa meno di una volta a settimana. A questa conclusione è giunto un gruppo di ricercatori cinesi in un lavoro pubblicato sul British Medical Journal.
Nessun commento:
Posta un commento