sabato 16 luglio 2016

Muffin con melata di bosco, noci e fichi secchi.

La melata è una secrezione zuccherina emessa dalla maggior parte dei Rincoti Omotteri che si nutrono della linfa delle piante. Rappresenta un substrato alimentare fondamentale per la nutrizione di un elevato numero di insetti glicifagi (che si nutrono di sostanze zuccherine) e di alcuni funghi saprofiti e, presso alcune popolazioni, per lo stesso uomo. In ambienti con scarsa disponibilità di piante nettarifere è inoltre utilizzata dalle api per la produzione del miele. 

Melata di bosco Serca.

La melata è costituita dagli escrementi liquidi prodotti da un adattamento fisiologico di insetti che si nutrono esclusivamente di linfa. La dieta a base di linfa è sbilanciata a causa dell'elevato tenore in zuccheri e del basso tenore in amminoacidi, perciò per soddisfare il proprio fabbisogno azotato, questi insetti devono assumere quantità sproporzionate di linfa di cui dovranno scartare buona parte dell'acqua e degli zuccheri disciolti.
La maggior parte degli Omotteri dispone di un adattamento anatomo-fisiologico dell'apparato digerente, detto camera filtrante, che consiste in un sistema bypass localizzato all'inizio dell'intestino medio (mesentero): la camera filtrante funziona come un dispositivo di dialisi che filtra l'acqua e gli zuccheri deviandoli nell'intestino posteriore (proctodeo). Lo scopo di questa deviazione è quello di concentrare il substrato alimentare sottoposto alla digestione vera e propria prevenendo l'eccessiva diluizione dei succhi enzimatici dell'intestino medio.
L'acqua e gli zuccheri scartati dalla camera filtrante confluiscono nella parte finale del tubo digerente e vengono espulsi dall'ano sotto forma di goccioline. Le gocce di melata rimangono sulla superficie dei vegetali; l'emissione può raggiungere quantità tali da sgrondare imbrattando le parti sottostanti. Da qui vengono raccolte da api, formiche e altri insetti che se ne nutrono.

Formiche che raccolgono la melata.

La melata è l'elemento su cui si fonda la simbiosi fra le formiche e gli afidi. Nella foto si osserva una formica che preleva una gocciolina di melata da un afide. 
Per il suo tenore zuccherino, la melata rappresenta una fonte alimentare anche per gli esseri umani. L'utilizzo diretto della melata ha contesti circostanziati in quanto interessava popolazioni la cui sussistenza si basava fondamentalmente sulla raccolta in ambienti aridi o desertici. La raccolta della melata era attuata da alcune tribù indigene della Sierra Nevada e del Gran Bacino, da popolazioni del Sudafrica, dagli aborigeni australiani e da popolazioni stanziate in Medio Oriente fra la Mesopotamia e l'Egitto.
Non va inoltre trascurata l'importanza della melata sotto l'aspetto ecologico in quanto rappresenta il substrato alimentare per gli adulti glicifagi di un notevole numero di specie di insetti, in periodi in cui scarseggia la disponibilità di nettare. Molte di queste specie fanno capo agli ordini dei Ditteri e degli Imenotteri e sono da considerarsi utili perché le loro larve, entomofaghe, sono un importante fattore di controllo naturale degli insetti fitofagi. Nella dinamica di un ecosistema naturale o sufficientemente non degradato, la melata entra dunque come parte integrante della catena alimentare.

Miele di melata.

Maggiormente diffuso è invece l'utilizzo indiretto della melata sotto forma di miele.
In ambienti dove è scarsa la fioritura, infatti, le api ricorrono alla melata come fonte zuccherina alternativa al nettare. In Italia gli ambienti tipici per la produzione del miele di melata erano le foreste di conifere di montagna (abetine), associazioni vegetali in cui scarseggia per buona parte dell'anno la disponibilità di piante mellifere da bottinare.
Il miele di melata ha sapore molto meno dolce di quelli prodotti a partire dal nettare, non cristallizza e si presenta particolarmente scuro, aromatico e denso. Le proprietà organolettiche non sono particolarmente apprezzate dal consumatore italiano e la maggior parte del miele prodotto è destinato ai mercati del centro e nord Europa, ove i mieli più apprezzati sono quelli scuri.
Il miele di Melata è una delle qualità di mieli di particolare importanza dal punto di vista curativo. Una delle sue peculiarità è data dal fatto di non essere prodotta dalle api a partire dai fiori, ma da una sostanza, la melata appunto, prodotta da altri insetti. Tale elemento è inoltre presente soltanto su alcune piante tra le quali tiglio, abete, acero e roverella.
Il sapore del miele di Melata è tendente all’amarognolo e il suo colorito ambrato è più scuro di altre qualità. Questo miele non cristallizza come altre varietà ed è molto ricco di sostanze nutrienti.
Il miele di Melata si mostra di particolare ricchezza per quanto riguarda la presenza di sostanze benefiche e nutrienti. Sali minerali, manganese, fosforo, zinco, cobalto e zolfo sono alcuni degli oligoelementi che ne contraddistinguono i tratti, unitamente alla ridotta quantità di zuccheri come il glucosio, il fruttosio e il saccarosio.
Presenti in buona quantità anche calcio, magnesio, sodio e potassio, mentre si rivela inoltre un’ottima fonte di ferro. Al suo interno è inoltre possibile trovare anche polifenoli e altri antiossidanti, così come batteri probiotici.

Fiori di Manuka.

Il miele di Melata è un prodotto delle api molto apprezzato, oltre a essere noto come “miele dei poveri”. Questo perché il suo prezzo relativamente basso ne permesse l’utilizzo ai più, a differenza del ben più costoso miele di Manuka. Con quest’ultimo condivide però molte delle sue proprietà curative, rappresentando di fatto una pratica ed economica alternativa.
Il miele di Manuka proviene dalla Nuova Zelanda, unico luogo del mondo dove è possibile produrlo, poiché solo qui le api hanno a disposizione le piante di Manuka (Leptospermum scoparium), che crescono spontaneamente sul territorio. 
Tra le proprietà più apprezzate del miele di Melata si trova senz’altro l’azione antibiotica. In grado di contrastare anche alcuni batteri che hanno sviluppato antibiotico-resistenza, questo prodotto si rivela inoltre un efficace antisettico. Possibile quindi utilizzarlo su alcune tipologie di ferite per favorirne la cicatrizzazione e accelerare il processo di guarigione.
La sua caratteristica di antinfiammatorio consente a questo miele di rivelarsi molto utile in caso di mal di gola, tosse e infiammazione gengivale, che combatte anche grazie alle proprietà antibiotiche e antisettiche sopra descritte.
Super-cibo della salute, il miele di Melata sfrutta il suo contenuto di batteri probiotici per favorire il ripristino dell’equilibrio della flora batterica intestinale. Sfruttando le sostanze nutrienti al suo interno e il naturale bilanciamento tra zuccheri semplici e complessi, il miele di Melata rappresenta un ottimo energizzante oltre che ricostituente e rimedio per la salute del cervello. Va a rivitalizzare il sistema nervoso evitando di aumentare in maniera eccessiva il livello di glucosio nel sangue.
Risulta infine molto indicato come cibo a supporto dell’attività fisica, alla quale contribuisce come energizzante naturale e offrendo un rapido ripristino dei livelli di sali minerali e oligoelementi persi durante l’allenamento o la pratica sportiva.

Il miele di melata è stata una scoperta abbastanza recente e devo dire che, essendo un buon consumatore di miele, lo sto utilizzando spesso in sua sostituzione.
Il suo sapore particolare, il fatto che non cristallizza ma soprattutto le sue proprietà mi hanno convinto a pieno.

Muffin con melata di bosco, noci e fichi secchi.

Ingredienti (per 12-14 muffin).
300 g farina manitoba; 
100 g zucchero semolato;
80 g melata di bosco; (*)
200 g burro;
3 uova intere + 1 tuorlo;
50 g di gherigli di noce + 20 g per decorare;
50 g di fichi secchi;
1 bustina di lievito chimico per dolci.
1 pizzico di sale. 

1 - Preparazione.
In una ciotola setacciate la farina con il lievito, unite lo zucchero e mescolate bene.
Sciogliete il burro a bagnomaria (o al microonde) e aggiungetelo nella ciotola con la farina e lo zucchero; unite le uova e il tuorlo battuti e mescolate bene ma non troppo; quel tanto che basta ad amalgamare gli ingredienti.
Aggiungete la melata, le noci tritate, i fichi secchi tagliati a pezzetti e amalgamate il tutto.
Nel frattempo, preriscaldate il forno a 180 °C.
Predisponete una teglia da muffin con un pirottino di carta in ogni settore; nel caso non aveste una teglia da muffin, potete usate delle ciotoline in alluminio (quelli monouso) sempre con all’interno il pirottino di carta.
Con l’ausilio di un cucchiaio versate, all’interno di ogni pirottino dell’impasto sino a 2/3 del volume: durante la cottura i muffin cresceranno e, se troppo pieni, tenderanno a fuoriuscire dai pirottini stessi.
Sopra ogni muffin, aggiungete alcuni pezzetti di noce e qualche goccia di melata. 

2 - Cottura.
Infornate e cuocete i muffin per 20 minuti o, comunque, sino a doratura; eventualmente controllate la cottura con il metodo dello “stecchino”: se, dopo averlo infilato nel muffin, uscirà asciutto i muffin sono cotti.
Toglieteli dal forno e lasciateli raffreddare completamente. 

3 - Presentazione.
Servite i muffin tal quali o con una spolverata di zucchero a velo.


(*) Per questi muffin ho usato la melata di bosco acquistata da Serca Distillati SNC di Bocenago (TN), dove è possibile trovare un ampio assortimento dei prodotti tipici della Val Rendena e non solo.

Serca distillati SNC.

Riepilogo costi-Kcal.

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