L'orata è
un pesce osseo di mare appartenente alla famiglia Sparidae, Genere Sparus,
Specie aurata; la nomenclatura binomiale è Sparus aurata L. Morfologicamente,
l'orata si presenta tozza e poco affusolata, dal profilo convesso sul capo e
maggiormente allungato in prossimità della coda; ha una forma più slanciata
rispetto al sarago ma meno affusolata del branzino.
Sul capo, l'orata si distingue
dagli altri membri della famiglia Sparidae per la tipica macchia color oro che
le attraversa trasversalmente la fronte, fra gli occhi (da cui il nome latino
aurata), mentre sull'opercolo branchiale è ben visibile una piccola macchia
nera; l'occhio è tondo e di medie dimensioni, mentre la mandibola
(contrariamente al branzino) è più breve delle mascelle.
La dentatura
dell'orata è assolutamente caratteristica; presenta una serie di incisivi e
molari, superiori ed inferiori, che le permettono di spaccare e macinare le
conchiglie dei molluschi bivalvi (es. cozze), dei gasteropodi (es. lumache di
mare), dei ricci di mare e dei crostacei più resistenti (es. granchi).
L'orata
non disdegna anche vermi e anellidi di vario genere.
Il corpo dell'orata è
ricoperto da squame argentee, tendenti al grigio sul dorso e al biancastro sul
ventre. Le pinne sono dello stesso colore del corpo e, a volte, quella dorsale
(dotata di raggi spinosi e molli) e quella caudale presentano una tipica
bordatura nera. Le pinne pettorali, ventrali ed anale sono normalmente sviluppate.
L’orata può
raggiungere dimensioni considerevoli (fino a 7-8 kg di peso) ma la taglia
commerciale prevede la cattura e la distribuzione di esemplari molto giovani;
la pezzatura media dell'orata di allevamento (svolto in itticoltura intensiva o
vallicoltura estensiva) è di circa 350 g di peso per 20-40 cm di lunghezza
(circa 2-3 anni di vita). L'orata è un pesce ermafrodita proterandro (da
proterandria), ovvero che nasce univocamente dotata di gonadi maschili, le quali
si invertono a femminili solo raggiungendo una certa taglia; anche per questo
motivo sarebbe fondamentale che il prelievo dell'orata selvatica avvenisse in
maniera selettiva, trattenendo solo esemplari di peso superiore a 400-500 g
(dando così la possibilità allo sparide di compiere almeno uno o due cicli
riproduttivi). Tuttavia, questo importante concetto sembra sconosciuto (più che
altro ignorato) sia ai pescatori professionisti, sia a quelli
"sportivi" con le canne. Tra questi ultimi - avendo la possibilità di
compiere il rilascio - quelli che non svolgono una pesca di selezione e
prelevano un gran numero di esemplari (in concomitanza all'esodo migratorio in
laguna) dimostrano uno scarso rispetto per il mare e per l'ambiente.
L'orata è una Specie presente sia nel bacino del
Mediterraneo, sia nell'oceano Atlantico (versante europeo - dall'Inghilterra a
metà del continente africano); ha abitudini costiere ma non è raro incappare in
grossi branchi anche in mare aperto, presso i cappelli delle secche (anche
profonde) o su strutture architettoniche manifatturiere (ad es. piattaforme di
estrazione del metano o relitti). Come anticipato, l'orata compie notevoli
spostamenti per la riproduzione e, nonostante sia un pesce di acqua salata,
tollera in maniera eccezionale (tanto quanto il branzino) l'acqua salmastra in
prossimità di lagune e foci fluviali. Si nutre prevalentemente di invertebrati
(molluschi, crostacei, vermi e anellidi) e compie il ciclo riproduttivo nel
periodo tardo autunnale.
L'orata è uno dei
prodotti della pesca più diffusi e pregiati del mar Mediterraneo; in Italia
rappresenta - assieme al branzino, alla cernia, al tonno, al pesce spada ed al
dentice - il pesce più gradito e consumato.
Essendo facilmente allevabile,
l'orata gode di un costo al dettaglio piuttosto accessibile, anche se la
differenza qualitativa tra un pesce allevato intensivamente (con l'impiego di
mangime in pellet a base di farine animali) ed uno selvatico è piuttosto
marcata; un buon compromesso è costituito dall'orata di vallicoltura.
In cucina, l'orata si
presta ad ogni tipo di preparazione, ma le dimensioni e la provenienza possono
costituire variabili estremamente utili a prediligere una o l'altra
destinazione culinaria. L'orata pescata e fresca può essere consumata: cruda
(al carpaccio o come sushi), al forno (al naturale, al cartoccio, in crosta di
verdure ecc.), ai ferri (con carbone o legna, a gas diretto o su pietra lavica,
su resistenze elettriche), in padella (anche solo i filetti), lessata o al
vapore (in una marmitta o in pentola a pressione), in carpione ecc.
Gli esemplari più grossi
(>2-3kg), se non preparati al cartoccio (comunque piuttosto impegnativo),
necessitano la smembratura in tranci o filetti, in quanto la cottura ai ferri o
al forno risulterebbe particolarmente laboriosa.
L'orata è un pesce
tendenzialmente magro ma, come per il branzino, presenta una differenza
abbastanza evidente tra il pesce allevato (più grasso) e quello pescato (oltre
il 250% di grassi in meno); suggerisco quindi di prediligere sempre cotture
abbastanza blande, non troppo intense o prolungate, che possano determinare la
disidratazione/scolatura dell'acqua e del grasso contenuti in eccesso nella
carne e sotto la pelle. Inoltre, ai gourmet delle "crudità",
consiglio di evitare assolutamente il pesce allevato; il mangime impiegato
conferisce un odore sgradevole al tessuto adiposo rendendo il pesce poco idoneo
a questo genere di preparazione.
Alcuni utilizzano
l'orata anche per comporre la farcia delle paste ripiene.
L'orata contiene una
buona porzione di acidi grassi polinsaturi (ma non nelle stesse quantità del
pesce azzurro) e monoinsaturi, mentre l'apporto di colesterolo è moderato; si
presta dunque all'alimentazione contro il sovrappeso e alla dieta per la cura
delle dislipidemie (ipercolesterolemia o ipertrigliceridemia).
L'apporto energetico è
fornito prevalentemente dalle proteine ad alto valore biologico (con
amminoacido limitante leucina) e in minor parte dagli acidi grassi (con
prevalenza dei monoinsaturi o dei polinsaturi a seconda che si tratti di
un'orata di allevamento o selvatica).
L'apporto vitaminico è
buono e predilige le concentrazioni di niacina (vit. PP) e riboflavina (vit.
B2).
Il costo abbastanza contenuto di questo pesce, un tempo molto ridotto per la sua cottura, rendono questa ricetta una valida risposta alla domanda che spesso ci poniamo: cosa cucino oggi?
Ingredienti (per 4 persone).
2 orate medie (circa 1-1,2 Kg);
50 g di olive Taggiasche denocciolate;
7-8 pomodorini pachino;
4 cucchiai di olio EVO;
1-2 spicchi d'aglio;
1/2 bbicchiere di vino bianco secco;
1 cucchiaio di prezzemolo tritato;
Sale q.b.
Pepe nero macinato fresco q.b.
1 –
Preparazione.
Prepariamo le orate.
Fatevi eviscerare, spellare, diliscare e sfilettare le orate dal vostro pescivendolo di fiducia.
Nell'eventualità vogliate preparare questa ricetta pulendo e sfilettando il pesce voi, operate nel modo di seguito riportato.
Con delle forbici da cucina tagliate la pinna dorsale (1) e poi le altre pinne: anale, ventrali e pettorali.
Con
l'ausilio di uno squamatore (2), o semplicemente un coltello, eliminate
le squame passandolo ripetutamente dalla coda verso la testa.
Praticate un taglio lungo il ventre (3) ed eviscerate il pesce (4) e lavatelo sotto l'acqua corrente.
Con
un coltello, praticate un'incisione lungo il dorso partendo dalla testa
e separando la carne dalla lisca (5); praticate un taglio all'altezza
della testa (6) e dalla parte della coda e staccate il filetto.
Partendo
dalla coda, infilate il coltello tra la pelle e e la carne e separatele
(7). Con l'apposita pinzetta eliminate tutte le spine peresenti (8).
Per una maggiore comprensione di tutta la procedura,
consiglio di visionare il video, di seguito riportato: da “Scuola di cucina” di
Giallo Zafferano, “come pulire e sfilettare un pesce tondo”.
Lavate i pomodorini ed eliminate il picciolo; praticate
un’incisione a croce su ogni pomodoro e tuffateli in un padellino con
dell’acqua che bolle; fate riprendere il bollore e lasciateli scottare per 2-3
min.
Scolateli e immergeteli
in una bacinella con dell’acqua fredda (questa procedura favorirà una più
rapida eliminazione della buccia).
Eliminate, dai pomodori,
la buccia, i semi, l’acqua di vegetazione e tagliateli a cubetti non troppo
piccoli.
Tritate finemente il prezzemolo e l'aglio; tagliate a rondelle le olive.
2 - Cottura.
2 - Cottura.
In
una padella scaldate l'olio EVO, aggiungete il trito di prezzemolo e
aglio; quando inizia a sfrigolare, unite i filette di orata. Aggiungete
anche i pomodorini, le olive e fate rosolare per qualche minuto.Unite il vinio bianco, lasciate svaporare e cuocete per altri 10 minuti a fuoco moderato bagnando, ogni tanto, il pesce con l'intingolo di cottura.
3 -
Presentazione.
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