Pancetta
e bacon sono salumi entrambi ideali per farcire dei panini e molto simili
nell'aspetto. Qualcuno dice che siano la stessa cosa, ma è davvero così?
Nel panino con l'hamburger va messa la pancetta o il
bacon? Quale tra i due è più aromatizzato? Cerchiamo di rispondere in linea
generica a queste domande analizzando i due prodotti uno ad uno e osservando la
differenza tra pancetta e bacon, due salumi molto usati sia nel nostro Paese
che all'estero (specie nel caso del bacon).
Partiamo da un principio base: sono entrambi salumi
tipicamente salati ricavati dalla pancia dei suini. Il bacon può essere
ricavato anche dalla lonza.
Nel caso del bacon, la carne viene lavorata con
zuccheri, sale e spezie di vario tipo sia in salamoia che a secco. La
stagionatura dura solo qualche giorno.
Il bacon può subire un'altra stagionatura e può essere
anche affumicato. Se riceve un'affumicatura a caldo lo si consuma così com'è perché
in pratica già cotto, altrimenti viene cotto e successivamente mangiato. La
colazione tipica britannica vede il bacon con le uova.
In America esistono altre varianti di bacon che lo
vedono speziato anche con zucchero di canna, melassa o miele.
Nel caso della pancetta, la carne viene ripulita
spesso dalla cotenna ma in alcuni casi viene lasciata intera. Poi viene
cosparsa di sale e pepe nero (qualche volta anche altri aromi) e viene fatta
riposare per qualche giorno. Gli viene conferita la forma più adatta e la si
lascia stagionare dai 2 ai 4 mesi in base al peso. Anche nel caso della
pancetta, si può passare all'affumicatura in base agli usi. Si presenterà
quindi con uno strato di grasso esterno e uno strato di carne interno alternato
a striature di grasso.
Quindi in linea di massima i due salumi sembrano
uguali ma in realtà il loro sapore è ben diverso. La differenza tra pancetta e
bacon sta sostanzialmente nella parte di grasso più abbondante nella pancetta e
nel diverso utilizzo degli aromi utilizzati in fase di preparazione. Sia gli
aromi che il grasso conferiscono sapori nettamente diversi tra bacon e
pancetta. Anche il bacon contiene buone dosi di grasso quindi vanno consumati
con moderazione.
La pancetta è quindi più adatta a stufati mentre il
bacon è adatto negli hamburger grazie anche alla sua croccantezza dovuta ad una
veloce grigliata e al fatto che spesso venga tagliato in fette sottili.
Un'altra differenza tra pancetta e bacon risiede
nell'affumicatura: la prima non viene quasi mai affumicata, la seconda viene
spesso affumicata. Il diverso tipo di legno usato per l'operazione conferisce
un ulteriore diverso aroma.
Qui in
Trentino, trovo ovunque la pancetta stufata che, in linea di massima, è un prodotto
molto simile al bacon. Personalmente trovo che la pancetta stufata meglio si
addice per la preparazione di questo piatto ma, come al solito, è questione di
gusti.
Ho
notato che a Milano è molto difficile trovare la pancetta stufata, mentre il
bacon lo si trova facilmente; quindi, nel caso volessi rifare questo risotto a
Milano, dovrò usare il bacon!
Ingredienti (per 4 persone).
320 g
di riso Vialone Nano (o Carnaroli);
200 g
di vongole sgusciate (circa 2 kg di vongole col guscio);
80 g di
Pancetta stufata affumicata (o bacon);
50 g di
pecorino romano grattugiato;
30 g di
burro;
1
scalogno;
1
spicchio d’aglio;
2
cucchiai di olio EVO;
50 ml
di vino bianco secco;
1
mazzetto di prezzemolo;
Sale
q.b.
Pepe
nero macinato fresco q.b.
Per pulire e sgusciare le vongole.
Abbondante
acqua;
Sale
grosso q.b.
2
spicchi d’aglio;
½
bicchiere di vino bianco secco;
2
cucchiai di olio EVO;
Gambi
di prezzemolo.
1 – Preparazione.
Prepariamo le vongole.
In
commercio esistono già sgusciate e pronte all’uso; sono pratiche, abbastanza
economiche ma, a parer mio, vale la pena acquistarle con il guscio e poi
lavorarle: “il gusto ci guadagna”, occorre solo organizzarsi e dedicare del
tempo a questa operazione.
Considerate
che il peso delle vongole sgusciate è circa il 10% di quello delle stesse con
il guscio, di conseguenza, per questa preparazione, procuratevi almeno 2 Kg di
vongole (meglio quelle veraci).
Controllate le vostre
vongole e scartate quelle con il guscio rotto o già aperte che sono morte e quindi sono
tassativamente
da buttar via.
Versatele
in un colapasta e lavatele, scuotendole rimescolandole ripetutamente con la
mano, sotto un getto di acqua corrente.
Riempite contenitore capiente di
acqua fresca e aggiungete 1 cucchiaio e ½ colmo di sale grosso per ogni litro
d'acqua. Questo per ricreare l'ambiente salino congeniale ai vostri molluschi:
l’acqua dovrà coprire tutte le vongole.
Lasciate in acqua per 4-6 h, avendo cura di tanto in tanto di smuovere
i molluschi.
Durante questa fase le vongole si apriranno leggermente, tirando fuori
le corna e spurgheranno via la sabbia in eccesso filtrando quella pulita, che
dovrete cambiare ogni 2 h circa.
Scolate le vongole, con una paletta o con le mani, sciacquare il
contenitore, riempirlo nuovamente di acqua pulita e sale e immergere nuovamente
i vostri frutti di mare.
Ripetete l'operazione ogni 2 h circa, fino a quando l'acqua non esce
completamente pulita. Di norma bastano 4 h ma è possibile che per pulire
vongole particolarmente sporche siano necessarie anche 6 h.
Una volta che le vongole sono pulite e avranno spurgato tutta la
sabbia e dopo averle sciacquate, per eliminare l’acqua salata, sono pronte per
essere cucinate.
Mettetele in una pentola o un tegame ampio e aggiungete: ½ bicchiere di vino bianco secco, 2 cucchiai d’olio EVO,
2 spicchi d’aglio, qualche gambo di prezzemolo, coprite con coperchio e mettete
sul fuoco. La cosa importante è dal momento che ponete la pentola sul fuoco con
le vostre vongole, queste non vengano cotte molto, né fatte bollire: pena,
carni dure.
Lasciate schiudere le vongole a fuoco moderato; basteranno un paio di
minuti; sollevate il coperchio e appena vedete le prime vongole schiudersi,
girate con un cucchiaio di legno e lasciate ancora qualche secondo, poi
spegnete la fiamma e coprite di nuovo, lasciate ancora mezzo minuto in pentola,
nel giro di poco, si schiuderanno con il calore tutte le vongole. Scartate
quelle che non si sono aperte, poiché che si tratta di vongole morte.
Lasciatele raffreddare un po’ e poi procedete a sgusciarle; mettete da
parte tutto il liquido di cottura che, dopo esser stato filtrato con un panno
pulito (non lavato con detersivi e/o trattato con ammorbidente), verrà
utilizzato durante la cottura del risotto.
Prepariamo la pancetta stufata.
Con un
coltello affilato, eliminate la cotenna dalla pancetta e poi tagliatela a
cubetti non troppo grandi.
Fate
scaldare una padella antiaderente e aggiungete la pancetta e, a fuoco
medio-alto, fate rosolare; via via che la rosolatura prosegue, la pancetta
rilascerà il suo grasso e i pezzetti “friggeranno”, per così dire, immersi nel
proprio grasso; quando i cubetti saranno ben dorati (croccanti fuori e morbidi
dentro), scolateli e metteteli da parte, al caldo, in un piatto.
Prepariamo gli altri ingredienti.
Preparate
un trito, molto fine, con lo scalogno e uno spicchio d’aglio.
Lavate
e mondate il prezzemolo e, dopo averlo asciugato, tritatelo a coltello
finemente.
2 – Cottura.
In
un’ampia padella fate scaldare 2 cucchiai d’olio EVO, unite il trito di
scalogno e aglio e fate appassire per 2-3 minuti.
Togliete il soffritto dall’intingolo e
mettetelo da parte, verrà aggiunta dopo; la
tostatura del riso esige un’alta temperatura, che bruciacchierebbe
irrimediabilmente il vostro soffritto conferendo al risotto un sapore
amarognolo: verrà poi aggiunto nuovamente nella preparazione.
Aggiungete il riso e
tostatelo per 3-4 min. mescolando di continuo. Tostare
il riso serve a chiuderne i pori per aumentarne la tenuta alla cottura e far sì
che possa rimanere al dente:
tralasciando questo passaggio, la consistenza finale dei chicchi sarà simile a
quella del riso bollito.
Potete considerare tostato il riso una volta che questo
inizierà a fare un certo attrito con la padella. A questo punto sfumatevi del
vino senza smettere di mescolare per 2
min.; aggiungete quindi l’acqua di cottura delle vongole, filtrata e bollente, sino
a coprire il riso, unite nuovamente il soffritto di scalogno e aglio, mescolare
un paio di volte (dolcemente) e non toccatelo più sino alla prossima aggiunta
acqua: continuando a mescolare si rompe, troppo presto, la cuticola del riso
formatasi, si libera l’amido e il riso si attacca al fondo della padella.
Nel
caso l’acqua di cottura delle vongole terminasse prima che il risotto si cotto,
potete utilizzare del brodo vegetale o della semplice acqua, comunque e sempre
bollente.
Un paio di minuti
prima del termine della cottura, unite le vongole e completate la cottura.
Spegnere
il fuoco con il riso al dente e che abbia una consistenza morbida, “all’onda”.
Aggiungere
il formaggio pecorino, il burro freddo e, se necessario, aggiustare di sale; a questo punto, mescolare energicamente per
un minuto: questo è il momento della mantecatura e “sbattere” il riso serve a
montare il burro e, allo stesso tempo, rompere la cuticola dei chicchi per far
uscire tutto l’amido e ottenere una consistenza cremosa.
Coprite
il riso con un coperchio e lasciategli qualche minuto di riposo.
Il
risultato non vi tradirà: la mantecatura conferirà al risotto quel surplus di lucentezza e
sapore, nonché quella felice consistenza “all’onda”, morbida senza essere
molle.
3 - Presentazione.
Impiattate
aggiungendo, sopra ad ogni porzione, una parte dei cubetti di pancetta, del
pepe nero macinato fresco, un po’ di prezzemolo tritato e, se gradito, altro
pecorino grattugiato.
(*) Il
costo, apparentemente oneroso, di questo piatto dipende dal costo delle
vongole; infatti, per questa preparazione, occorrono circa 200 g di vongole
sgusciate che si ottengono da circa 2 Kg di vongole fresche che hanno un prezzo
di 8-9 €/Kg.
Utilizzando
le vongole già sgusciate e surgelate (una confezione da 250 g ha un prezzo di
2-3 €) il costo della preparazione si riduce ad un terzo circa; valutate voi!
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