Gli strozzapreti sono un'antica, tipica, pasta corta da
cuocere italiana, a forma di grossi cannelli lunghi un pollice e perciò non
sempre agevoli da consumare (da cui il nome, che allude malignamente alla
proverbiale golosità dei preti), caratteristica dell'intera Italia Centrale
(soprattutto Umbria, Lazio, Marche) e anche della Romagna, assimilata in questo
uso e nome perché faceva parte dello Stato Pontificio. Citati più volte nella
letteratura romanesca, ad esempio nei Sonetti di Giuseppe Gioachino Belli (La
scampaggnata, 16 novembre 1834, v. 8: «strozzapreti cotti col sughillo»), gli
strozzapreti nascono ovviamente come pasta da cuocere allora tipica dei giorni
di festa o d'uso borghese, non essendo mai stata nessuna pasta da cuocere per
tutto l'Ottocento e addirittura fino ai primi decenni del Novecento un abituale
alimento contadino e neanche popolare cittadino, come oggi invece a torto si
ritiene, a causa dell'alto costo del grano e delle farine di grano.
Nonostante
l'industria ormai produca anche questo formato, non c'è dubbio che la
preparazione tipica degli strozzapreti è casalinga. La sfoglia deve essere
stesa con il mattarello abbastanza spessa, poi va tagliata a strisce di circa
1,5 cm di larghezza. A loro volta le strisce vengono tagliate a 5 cm o più di
lunghezza e piegate manualmente una ad una come per i cavatelli (che sono molto
più piccoli). Questo tipo di pasta, nell'immaginario italiano moderno
considerata molto "rustica", "rozza" e popolaresca, nata
come riferisce il Belli unicamente con condimento di "sughillo" (voce
napoletana dell'800 per sugo di arrosto o "stufato di carne"), oppure
di formaggio e pepe, come tutte le paste antiche, è oggi condita con ragù e
analoghi condimenti ricchi.
Chi non si è mai domandato da dove venisse tale
nome? Le leggende e le
spiegazioni del nome sono varie, ma tutte comunque ruotano attorno alla
situazione di storico anticlericalismo creatosi in Romagna fra la popolazione
oppressa dalla lunga dominazione dello Stato Pontificio. Il territorio
romagnolo fu donato alla Chiesa dai Franchi fin dalla seconda metà del secolo
VIII e, fra vicende alterne, rimase legato allo Stato Pontificio fino alla fine
del Settecento e alla calata di Napoleone in Italia. Alla caduta di Napoleone i
territori romagnoli tornarono alla chiesa, ma contro il ripristinato potere
papale scoppiarono moti e rivolte che prepararono un terreno fertile, in queste
terre, per la partecipazione al Risorgimento Italiano. Sempre della prima metà
dell’Ottocento fu anche il fenomeno del brigantaggio, nelle cui imprese il
popolo a volte volle vedere (si pensi, ad esempio, al Passatore) un positivo
atto di ribellione nei confronti del vessatorio potere papale.
Il livello di sopportazione romagnola nei confronti
delle oppressioni clericali portò, dunque, al conio del nome ‘strozzapreti’.
Questo potrebbe derivare dall’augurio a soffocarsi che le ‘azdore’ romagnole
facevano ai preti ogni volta che cucinavano questa pasta in un moto di
ribellione di fronte alla miseria ed ai disagi della vita di tutti i giorni.
C’è anche chi sostiene che il nome derivi dal fatto che le donne romagnole
preparassero questo tipo di pasta per offrirla al prete del paese e che i
mariti augurassero al prete di “strozzarsi” mentre si abbuffava della gustosa
minestra.
Quel che è certo è la squisitezza dei piatti
preparati in Romagna con questo tipo di pasta. È una pasta povera, in quanto
priva di uova, ed è estremamente facile da preparare.
Ingredienti (per 4 persone).
Per la pasta:
Per la pasta:
300 g di farina tipo “0”;
150 g di semola di grano duro rimacinata;
½ l di acqua tiepida (o comunque q.b.);
1 pizzico di sale.
Per il
condimento:
250 g di ceci lessati;
800 g di vongole;
200 g di polpa di pomodoro;
2 spicchi d’aglio;
1 rametto di rosmarino;
1 peperoncino fresco;
Qualche rametto di prezzemolo fresco;
½ bicchiere di vino bianco secco;
4 cucchiai di olio EVO;
Sale e pepe q.b.
1 - Preparazione.
Prepariamo la pasta.
Prepariamo la pasta.
Mescolate le due farine, disponete sulla
spianatoia facendo la classica “fontana”.
Sciogliete il sale nell’acqua e versatela, poco
alla volta, mentre, aiutandovi con una forchetta, incorporate via via la farina
(1). Non usate tutta l’acqua dato che l’assorbimento dell’acqua dipende molto
dal tipo e dall’umidità della farina stessa.
Iniziate a lavorare l’impasto con le dita (2)
aggiungendo via via altra acqua sino ad ottenere un impasto morbido ma
compatto.
Lavorate l’impasto più volte ripiegando su sé
stessi i lembi e premendo, contro la spianatoia, con il palmo della mano (3).
Quando l’impasto risulterà abbastanza liscio ed
elastico, formate una palla, avvolgetela nella pellicola (4) e lasciate
riposare per almeno ½ ora o anche 1 ora a temperatura ambiente.
Trascorso il tempo, prendete l’impasto e
lavoratelo ancora un paio di minuti, suddividetelo in 2-3 porzioni, infarinate
la spianatoia e tirate a mattarello l’impasto sino ad ottenere una sfoglia
dello spessore di 2 mm. (5); volendo, si può usare la sfogliatrice, manuale o
elettrica, ma la stesura con il mattarello conferisce alla sfoglia una porosità
che permette alla pasta di trattenere meglio il condimento.
Con un coltello affilato, tagliate delle strisce
di pasta larghe 1,5-2 cm, (6); posizionate la striscia di pasta all’inizio del
palmo della mano destra (sinistra per i mancini) e fate scorrere l’altra mano
(8) sino alla punta delle dita della mano destra (sinistra per i mancini); la
striscia, in questo modo, si attorciglierà su sé stessa formando lo
strozzaprete. A fine corsa staccate lo strozzaprete senza tirare l’impasto (9).
Infarinate leggermente, con della farina di
semola, la pasta ottenuta e continuate allo stesso modo sino a terminare
l’impasto.
Per meglio capire la manualità della formazione
degli strozzapreti, potete visionare il video di seguito riportato.
Prepariamo
il sugo.
Le vongole, lavate ripetutamente, andrebbero
lasciate a bagno per qualche ora in modo che possano eliminare buona parte
della sabbia eventualmente presente; il mio consiglio e quello di lasciarle a
bagno dalla sera prima, magari cambiando l’acqua un paio di volte.
In una padella mettiamo a scaldare 2 cucchiai di
olio EVO e uno spicchio d’aglio leggermente schiacciato; uniamo le vongole
scolate dall’acqua, il vino bianco, qualche gambo di prezzemolo, coprite e, a
fiamma viva, scottate le vongole che, dopo 5-10 minuti, si apriranno.
Una volta che saranno tutte aperte, togliete dal
fuoco, lasciatele raffreddare un poco, sgusciatele e mettetele in una ciotola
dove andrete ad aggiungere il liquido di governo, ben filtrata, liberatosi
dalle vongole stesse.
2 - Cottura.
Nel frattempo, mettete a bollire abbondante acqua salata dove andrete a lessare gli strozzapreti.
Nel frattempo, mettete a bollire abbondante acqua salata dove andrete a lessare gli strozzapreti.
In una padella mettiamo a scaldare 2 cucchiai di
olio EVO; aggiungete lo specchio d’aglio, leggermente schiacciato, (che poi,
volendo, andrete ad eliminare); unite i ceci, un rametto di rosmarino, il
peperoncino tritato e fate rosolare, a fiamma viva, per 3-4 minuti
Aggiungete la polpa di pomodoro e cuocere, a fuoco
sempre vivo, per 4-5 minuti; unite le vongole, un mestolino di acqua delle
vongole e fate cuocere, a fiamma moderata, per altri 4-5 minuti.
Scolate la pasta, aggiungetela al sugo e fatela
saltare per 2-3 minuti; aggiustate, se necessario, di sale e, nel caso si
asciugasse troppo, aggiungete altra acqua delle vongole.
3 - Presentazione.
Impiattate aggiungendo un filo d’olio EVO e una
generosa grattugiata di pepe nero macinato fresco.
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