La prima esposizione
universale fu l'Esposizione
universale di Londra. Venne organizzata nel 1851 al
Crystal Palace
in Hyde Park ed è conosciuta anche come la Great Exhibition
(formalmente Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations). Questa
manifestazione nacque da una intuizione del Principe Alberto, marito della
Regina Vittoria e divenne il riferimento per tutte le successive, influenzando
numerosi aspetti della società quali le arti, l'educazione, il commercio e le
relazioni internazionali.
Il Crystal Palace restò al suo posto (Hyde Park) per quattro anni, poi venne smontato e rimontato in periferia ampliandone l'enorme volta a botte, l'altezza (il Palace conteneva numerosi alberi che crescevano…) e la superficie totale. L’edificio ma andò distrutto per colpa di un incendio nel 1936.
La seconda esposizione universale fu l'Esposizione universale di Parigi nel 1889, che venne accolta dalla Francia come una sfida per superare il grande successo della precedente manifestazione londinese.
L'esposizione cadeva nel centenario della Rivoluzione francese e della presa della Bastiglia, ma anche nel diciottesimo anniversario della Terza Repubblica.
La torre Eiffel è il monumento più famoso di Parigi, conosciuta in tutto il mondo come simbolo della città stessa e della Francia. Costruita in poco più di due anni, dal 1887 al 1889 (in 2 anni, 2 mesi e 5 giorni) per l'esposizione universale del 1889, che si tenne a Parigi per celebrare il centenario della Rivoluzione francese e della presa della Bastiglia, ma anche nel diciottesimo anniversario della Terza Repubblica.
La torre Eiffel prende il nome dal suo progettista, l'ingegnere Gustave Alexandre Eiffel, che costruì anche la struttura interna della Statua della libertà a New York (Inizio lavori nell’agosto 1884, fu completata entro il 1885 e inaugurata il 28 ottobre 1886).
E' curioso e poco noto il fatto che l'ingegnere Gustave Eiffel aveva proposto il progetto della Torre al Comune di Barcellona in vista dell'Expo del 1888, ma venne bocciato perché giudicato troppo stravagante.
Storicamente ogni esposizione è stata sempre caratterizzata da particolari strutture, divenute simbolo dell'esposizione, nonché talvolta della città organizzatrice o del Paese organizzatore stesso.
Secondo le ultime regole definite, una esposizione universale è caratterizzata da:
Il Crystal Palace restò al suo posto (Hyde Park) per quattro anni, poi venne smontato e rimontato in periferia ampliandone l'enorme volta a botte, l'altezza (il Palace conteneva numerosi alberi che crescevano…) e la superficie totale. L’edificio ma andò distrutto per colpa di un incendio nel 1936.
La seconda esposizione universale fu l'Esposizione universale di Parigi nel 1889, che venne accolta dalla Francia come una sfida per superare il grande successo della precedente manifestazione londinese.
L'esposizione cadeva nel centenario della Rivoluzione francese e della presa della Bastiglia, ma anche nel diciottesimo anniversario della Terza Repubblica.
La torre Eiffel è il monumento più famoso di Parigi, conosciuta in tutto il mondo come simbolo della città stessa e della Francia. Costruita in poco più di due anni, dal 1887 al 1889 (in 2 anni, 2 mesi e 5 giorni) per l'esposizione universale del 1889, che si tenne a Parigi per celebrare il centenario della Rivoluzione francese e della presa della Bastiglia, ma anche nel diciottesimo anniversario della Terza Repubblica.
La torre Eiffel prende il nome dal suo progettista, l'ingegnere Gustave Alexandre Eiffel, che costruì anche la struttura interna della Statua della libertà a New York (Inizio lavori nell’agosto 1884, fu completata entro il 1885 e inaugurata il 28 ottobre 1886).
E' curioso e poco noto il fatto che l'ingegnere Gustave Eiffel aveva proposto il progetto della Torre al Comune di Barcellona in vista dell'Expo del 1888, ma venne bocciato perché giudicato troppo stravagante.
Storicamente ogni esposizione è stata sempre caratterizzata da particolari strutture, divenute simbolo dell'esposizione, nonché talvolta della città organizzatrice o del Paese organizzatore stesso.
Secondo le ultime regole definite, una esposizione universale è caratterizzata da:
- Frequenza: ogni 5 anni;
- Durata massima: 6 mesi;
- Costruzione dei padiglioni da parte dei partecipanti;
- Dimensioni dell'area non definite; Tema generale come filo conduttore.
Le
strutture espositive di una Esposizione Universale sono normalmente e per la
maggior parte temporanee, e vengono smantellate a fine evento. Ciò non succede
alle strutture principali (centri congressi, anfiteatri, teatri, padiglioni dei
Paesi organizzatori, ecc.) che solitamente sono riutilizzate e riconvertite.
Talvolta alcune installazioni sono state mantenute e diventate veri e propri
simboli cittadini o nazionali.
Oltre la Tour Eiffel sono molto noti:
Oltre la Tour Eiffel sono molto noti:
- L'Exploratorium di San Francisco, la Smithsonian Institution a Washington, l'Atomium a Bruxelles, la Biosfera a Montreal.
- A Milano, nel 1906, l'Esposizione lanciò la Fiera di Milano, ma venne sfruttato anche il Parco Sempione, nel quale è ancora attivo l'Acquario Civico.
- Per l'Expo Internazionale del 1992 a Genova venne costruito l'acquario, recuperato il Porto Antico con i magazzini del cotone ed installato il Grande Bigo con ascensore panoramico tuttora in funzione.
Il tema scelto per l'Esposizione Universale di Milano 2015 è "Nutrire il pianeta, energia per la vita".
Sono chiamate in causa le tecnologie, l'innovazione, la cultura, le tradizioni e la creatività legati al settore dell'alimentazione e del cibo. L'asse principale è il diritto inalienabile ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti della Terra. La preoccupazione per la qualità del cibo in un mondo sempre più popolato (si calcola che nel 2050 gli abitanti della Terra saranno 9 miliardi) si accompagna a scenari di un aumento dei rischi per la quantità globale dei cibi disponibili in virtù dello sfruttamento intensivo e non sostenibile delle risorse naturali del pianeta.
Alcuni dei temi principali che ruotano attorno alla Expo sono:
- rafforzare la qualità e la sicurezza dell’alimentazione, cioè la sicurezza di avere cibo a sufficienza per vivere e la certezza di consumare cibo sano e acqua potabile;
- assicurare un’alimentazione sana e di qualità a tutti gli esseri umani per eliminare fame, sete, mortalità infantile e malnutrizione;
- prevenire le nuove grandi malattie sociali della nostra epoca, dall'obesità alle patologie cardiovascolari, dai tumori alle epidemie più diffuse, valorizzando le pratiche che permettono la soluzione di queste malattie;
- innovare con la ricerca, la tecnologia e l’impresa l’intera filiera alimentare, per migliorare le caratteristiche nutritive dei prodotti, la loro conservazione e distribuzione;
- educare a una corretta alimentazione per favorire nuovi stili di vita, in particolare per i bambini, gli adolescenti, i diversamente abili e gli anziani;
- valorizzare la conoscenza delle "tradizioni alimentari" come elementi culturali ed etnici.
- preservare la bio-diversità, rispettare l’ambiente in quanto eco-sistema dell'agricoltura, tutelare la qualità e la sicurezza del cibo, educare alla nutrizione per la salute e il benessere della persona;
- individuare strumenti migliori di controllo e di innovazione, a partire dalle biotecnologie che non rappresentano una minaccia per l’ambiente e la salute, per garantire la disponibilità di cibo nutriente e sano e di acqua potabile e per l’irrigazione;
- assicurare nuove fonti alimentari nelle aree del mondo dove l'agricoltura non è sviluppata o è minacciata dalla desertificazione dei terreni e delle foreste, delle siccità e dalle carestie, dall'impoverimento ittico dei fiumi e dei mari.
- il land grabbing, ovvero l'accaparramento su larga scala di terreni agricoli in paesi in via di sviluppo. Questo tema non è trattato nella Carta di Milano.
Nei
mesi precedenti all'Expo, è stato preparato un documento, la Carta di Milano,
che elenca i principi e gli obiettivi dei firmatari riguardo al tema della
nutrizione, della sostenibilità ambientale e dei diritti umani. Al termine
dell'esposizione, questo documento verrà consegnato all'Organizzazione delle
Nazione Unite (ONU).
A casa di mia madre (un’arzilla signora di 86 anni suonati) all’ora di pranzo la TV è regolarmente sintonizzata su “La prova del cuoco”; una trasmissione che seguo raramente, nonostante sia seguita da molte persone.
Nella puntata del 29 Maggio 2015, mi ha incuriosito la ricetta che il cuoco Andrea Ribaldone che ha preparato: gli Spaghetti Milano, un piatto che avrebbe dovuto rappresentare la città di Milano e la sua tradizione gastronomica.
L’ho voluta provare e sono molto soddisfatto del risultato: credo che Andrea Ribaldone abbia centrato l’obbiettivo.
Propongo la ricetta così come l’ha descritta con alcune mie modifiche:
A casa di mia madre (un’arzilla signora di 86 anni suonati) all’ora di pranzo la TV è regolarmente sintonizzata su “La prova del cuoco”; una trasmissione che seguo raramente, nonostante sia seguita da molte persone.
Nella puntata del 29 Maggio 2015, mi ha incuriosito la ricetta che il cuoco Andrea Ribaldone che ha preparato: gli Spaghetti Milano, un piatto che avrebbe dovuto rappresentare la città di Milano e la sua tradizione gastronomica.
L’ho voluta provare e sono molto soddisfatto del risultato: credo che Andrea Ribaldone abbia centrato l’obbiettivo.
Propongo la ricetta così come l’ha descritta con alcune mie modifiche:
- la cottura dell’ossobuco: fatta in un modo più semplice di quanto riportato nella ricetta;
- nella gramolata, ho aggiunto 1 filetto di acciuga sottolio
Ingredienti (per 4 persone).
400 g di spaghetti (io ho utilizzato le bavette);
Per il ragù di ossobuco:
2 ossibuchi di vitello o vitellone (circa 400 g);
30 g di concentrato di pomodoro;
50 g di fondo bruno di ossobuco;
1 carota,
1 scalogno;
1 costa di sedano;
2 foglie di alloro;
Brodo vegetale q.b.
Per la crema di riso allo zafferano:
120 g di riso Carnaroli;
10 g di burro;
3 cucchiai di grana grattugiato;
2 cucchiai di olio EVO;
Stimmi di zafferano q.b. (o 1 bustina zafferano in polvere);
Brodo vegetale q.b.
Per la gramolata:
Buccia di ½ limone BIO (solo parte gialla);
2 filetti di acciuga sottolio;
1 mazzetto di prezzemolo;
½ spicchio d’aglio.
3-4 cucchiai di olio EVO;
1 – Preparazione.
Prepariamo il ragù di ossobuco.
Tagliare il sedano, la carota e la cipolla in modo da ottenere una piccola Brunoise; tagliare le verdure a Brunoise significa tagliarle a cubetti piccolissimi: un primo taglio a julienne e poi, tagliando trasversalmente, ricavare dei cubetti.
In un tegame mettete l’olio EVO e stufate, per 2-3 minuti, un trito finissimo di scalogno; aggiungete gli ossibuchi e rosolateli da entrambi le parti.
Unite del brodo vegetale caldo, le foglie di alloro, coprite e cuocete per 1-1,5 ore a fuoco moderato; girateli ogni tanto e aggiungete altro brodo nel casi si asciugassero troppo.
A cottura ultimata, la carne dovrà risultare tenera; togliere gli ossibuchi dal tegame, metterli in un piatto e lasciarli raffreddare un poco. Nel caso fosse rimasto del midollo all’interno dell’osso, rimuoverlo e rimettetelo nel tegame di cottura.
Rimettete il tegame con il fondo di cottura sul fuoco sino a ridurlo a circa metà del suo volume: questo sarà il Vostro fondo bruno.
Con un coltello affilato, eliminate dagli ossibuchi, tutte le parti nervose, quelle gommose e riducete la carne a dadini; unite le verdure, il concentrato di pomodoro al fondo bruno e cuocere per 20’. Se il ragù dovesse asciugarsi troppo. Aggiungete un po’ di brodo vegetale e aggiustate di sale.
Prepariamo la crema di riso.
Preparare un classico risotto alla milanese tostando il riso in una casseruola con 2 cucchiai d’olio EVO. Bagnare in seguito con il brodo vegetale, aggiungere gli stimmi di zafferano, cuocere per 20’. A fine cottura, mantecare con il grana e il burro mantenendo il tutto ad una consistenza “brodosa”. A questo punto, frullare il riso fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea, non troppo densa. Se serve, aggiungere del brodo e tenerlo da parte perché servirà per mantecare gli spaghetti.
Prepariamo la gramolata.
Con un pelapatate, asportate la scorza del limone (solo la parte gialla) e mettetela in un mixer con il prezzemolo, i filetti di acciuga e tritare molto finemente. Mettere il tutto in un contenitore e coprire con dell’olio EVO.
2 – Cottura.
In una padella cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolarli e mantecarli con la crema di riso.
3 - Presentazione.
Disporre gli spaghetti nel piatto da portata, adagiarvi sopra il ragù di ossobuco e condire con la gremolata.
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