Il limone (Citrus × limon (L.) Burm.f) è un albero da
frutto appartenente al genere Citrus
e alla famiglia delle Rutaceae. Il
nome comune limone si può riferire tanto alla pianta quanto al suo
frutto.
È un antico ibrido, forse tra il pomelo (ritenuta una delle tre specie da cui derivano tutti gli agrumi oggi conosciuti ) e il cedro, ma da secoli costituisce specie autonoma che si propaga per talea e innesto.
Il limone è un albero che raggiunge dai 3 ai 6 metri di altezza. I germogli e i petali sono bianchi e violetti.
Il frutto è giallo all'esterno e quasi incolore all'interno, di forma sferica fino ad ovale, spesso con una protuberanza all'apice e appuntito all'altra estremità. La buccia può essere da molto ruvida a liscia, più o meno foderata all'interno con una massa bianca spugnosa detta albedo.
Solitamente i limoni si coltivano per la produzione di frutti ma la pianta può essere coltivata in vaso a scopo ornamentale. Per le coltivazioni in vaso è consigliata terra specifica per agrumi e il rinvaso annuale prima del ricovero invernale in serra.
In clima favorevole, il limone fiorisce e fruttifica due volte l'anno. La fioritura dura almeno due mesi e il frutto maturo può attendere altri due mesi sull'albero prima di venir colto, il che favorisce una raccolta sistematica. La fioritura primaverile produce i frutti migliori, la cui raccolta dura poi tutto l'inverno, da novembre ad aprile o maggio. La seconda fioritura, a volte forzata nelle piantagioni commerciali, avviene in agosto e settembre, i frutti si possono raccogliere da maggio in poi, subito dopo quelli invernali. In condizioni favorevoli, un albero adulto può dare da 600 a 800 frutti all'anno.
La prima descrizione del limone appare in epoca romana in alcuni dipinti pompeiani. Sembra che il primo agrume del mondo romano sia stato il cedro, ben noto tra i Romani come "pomo di Persia". È documentato che i Romani conoscevano già nel I secolo pure il limone e l'arancio amaro.
Un'altra descrizione del limone, introdotto dall'India due secoli prima, appare in scritti arabi del XII secolo. Le origini del nome derivano dal persiano (līmū). In Europa la prima coltivazione è in Sicilia, dopo il X secolo e più tardi a Genova (a metà del XV secolo. Compaiono nelle Azzorre nello stesso periodo, nel 1494.
I limoni sono coltivati in tutto il mondo in innumerevoli varietà che probabilmente neanche i botanici riescono a registrare correntemente. Le differenze tra di esse sono infatti riscontrabili prevalentemente nell'aspetto esteriore, mentre rimangono praticamente invariate sia le loro qualità alimentari che la relativa importanza economica. Il limone infatti, ben raramente viene consumato come frutto fresco, per cui cambiamenti minori di gusto non sono molto importanti. Per la lavorazione industriale vanno bene tutte le varietà, con l'esclusione forse di quelle poche che per il precoce deterioramento vengono consumate sul luogo di produzione. Sono così quasi ignote le varietà del limone rosso e del limone dolce che danno frutti sempre agri, ma nel contempo abbastanza dolci da poter essere mangiati come frutta fresca. Quando questi limoni giungono a maturazione si deteriorano nel giro di due o tre giorni, per cui logicamente vengono consumati dalla popolazione locale e rimangono sconosciuti su un mercato più vasto.
Spesso si fa distinzione tra limoni gialli e verdi, ma si tratta di una distinzione meramente commerciale, in quanto i due tipi crescono sullo stesso albero. Il limone verde è il prodotto della fioritura estiva, la quale viene spesso indotta artificialmente con l'assoluta privazione di irrigazione della pianta nei mesi di giugno e luglio. In questo modo si ottengono frutti dalla sottile buccia verde e dalla polpa molto succosa. Possono rimanere immagazzinati per lungo tempo e sopportano bene trasporti e sbalzi di temperatura, per cui vengono esportati in tutto il mondo, mentre i loro "fratelli" limoni invernali, coprono il fabbisogno dei mercati interni. Questo tipo di forzatura dell'albero ne abbrevia la vita, ma si tratta di una pratica molto vantaggiosa economicamente, per cui generalmente adottata in tutte le piantagioni.
In media, la buccia del limone può raggiungere il 40% del peso complessivo, un altro 3% è rappresentato dai semi. Pur trattandosi di una media il dato fa capire che il frutto non viene coltivato solo per il succo.
Dalla buccia, molto apprezzata per la produzione di canditi, si estraggono anche essenze e pectina. Dai semi si estrae l'olio e gli avanzi si impiegano nell'alimentazione animale.
La parte del frutto più comunemente utilizzata è il succo che rappresenta fino al 50% del suo peso, contiene 50-80 grammi/litro di acido citrico, che conferisce il tipico sapore aspro e diversi altri acidi organici tra cui l'acido malico, l'acido ascorbico o vitamina C) (0,5 g/l). Il succo pastorizzato si mantiene senza conservanti per almeno un anno e viene usato come ingrediente di vari alimenti e bevande. Il succo concentrato viene invece sottoposto ad ulteriore lavorazione e consumato nell'industria conserviera. Dal succo del limone si produce la limonata, una bevanda a base di succo di limone, acqua e zucchero.
L'olio essenziale del limone è un liquido etereo e volatile con un colore che va da giallo a verde, una volta estratto per pressione meccanica mantiene l'odore della scorza, è quasi completamente solubile in alcol etilico a 96 °C ed è costituito prevalentemente da limonene e pineni (beta-pinene, alfa pinene, gamma terpinene). Occorrono circa tremila limoni per ottenere almeno 1 kg di essenza, e in genere i frutti verdi ne forniscono maggiori quantità. L'olio essenziale viene industrialmente deterpenato sia per distillazione sottovuoto che con l'impiego di solventi (CO2 supercritica). È impiegato principalmente nell'industria alimentare per il suo potere aromatizzante ed in quella profumiera. Nella produzione di detersivi vengono spesso impiegati i suoi sottoprodotti (terpeni), distillati dal succo e dalle "fezze" (residui fermentati di lavorazione industriale).
La stagione invernale, da un punto di vista puramente meteorologico, non è “il massimo”; ci consola il fatto che, Madre Natura, nella sua immensa bontà, ci regala alcuni prodotti (gli agrumi) in grado di aiutarci a superare il periodo dell’anno più difficile: l’inverno.
Qualche settimana fa, dal mo fruttivendolo di fiducia, ho trovato dei fantastici agrumi BIO (rigorosamente non trattati): arance, limoni, mandarini e cedri; ho acquistato tutta questa frutta e ho trascorso un intero week-end a preparare liquori, con le bucce, e marmellate con la polpa dei frutti.
Ingredienti (per circa 2 litri di liquore)
14-16 limoni BIO di media grandezza;
1 litro di alcol “Buongusto”;
800 g di zucchero semolato;
1 litro di acqua;
1 bustina di zafferano (opzionale, serve per dare un colore più carico al liquore);
1 – Preparazione.
Lavare molto bene i limoni, dopo averli lasciati a bagno in acqua per almeno 30 minuti.
Utilizzando un coltello molto affilato (o un pelapatate), pelare i limoni assicurandosi di prelevare solamente la parte gialla della buccia (la parte bianca lascerebbe un retrogusto amaro).
Mettere le bucce in un barattolo con tappo a vite, aggiungere l'alcol e lasciar macerare per un periodo compreso tra 1 e 3 settimane; agitare per bene il barattolo una volta ogni 2-3 giorni.
Trascorso il tempo indicato, preparare lo sciroppo sciogliendo lo zucchero in acqua e far bollire per 4-5 min.
Far raffreddare completamente, unire l'alcol con le bucce e lasciare insaporire per una giornata intera.
Aggiungere lo zafferano, mescolare bene, filtrare e imbottigliare.
2 - Presentazione.
Lasciare a riposo per almeno 1 mese prima di consumare.
Ottimo servito ghiacciato.
È un antico ibrido, forse tra il pomelo (ritenuta una delle tre specie da cui derivano tutti gli agrumi oggi conosciuti ) e il cedro, ma da secoli costituisce specie autonoma che si propaga per talea e innesto.
Il limone è un albero che raggiunge dai 3 ai 6 metri di altezza. I germogli e i petali sono bianchi e violetti.
Il frutto è giallo all'esterno e quasi incolore all'interno, di forma sferica fino ad ovale, spesso con una protuberanza all'apice e appuntito all'altra estremità. La buccia può essere da molto ruvida a liscia, più o meno foderata all'interno con una massa bianca spugnosa detta albedo.
Solitamente i limoni si coltivano per la produzione di frutti ma la pianta può essere coltivata in vaso a scopo ornamentale. Per le coltivazioni in vaso è consigliata terra specifica per agrumi e il rinvaso annuale prima del ricovero invernale in serra.
In clima favorevole, il limone fiorisce e fruttifica due volte l'anno. La fioritura dura almeno due mesi e il frutto maturo può attendere altri due mesi sull'albero prima di venir colto, il che favorisce una raccolta sistematica. La fioritura primaverile produce i frutti migliori, la cui raccolta dura poi tutto l'inverno, da novembre ad aprile o maggio. La seconda fioritura, a volte forzata nelle piantagioni commerciali, avviene in agosto e settembre, i frutti si possono raccogliere da maggio in poi, subito dopo quelli invernali. In condizioni favorevoli, un albero adulto può dare da 600 a 800 frutti all'anno.
La prima descrizione del limone appare in epoca romana in alcuni dipinti pompeiani. Sembra che il primo agrume del mondo romano sia stato il cedro, ben noto tra i Romani come "pomo di Persia". È documentato che i Romani conoscevano già nel I secolo pure il limone e l'arancio amaro.
Un'altra descrizione del limone, introdotto dall'India due secoli prima, appare in scritti arabi del XII secolo. Le origini del nome derivano dal persiano (līmū). In Europa la prima coltivazione è in Sicilia, dopo il X secolo e più tardi a Genova (a metà del XV secolo. Compaiono nelle Azzorre nello stesso periodo, nel 1494.
I limoni sono coltivati in tutto il mondo in innumerevoli varietà che probabilmente neanche i botanici riescono a registrare correntemente. Le differenze tra di esse sono infatti riscontrabili prevalentemente nell'aspetto esteriore, mentre rimangono praticamente invariate sia le loro qualità alimentari che la relativa importanza economica. Il limone infatti, ben raramente viene consumato come frutto fresco, per cui cambiamenti minori di gusto non sono molto importanti. Per la lavorazione industriale vanno bene tutte le varietà, con l'esclusione forse di quelle poche che per il precoce deterioramento vengono consumate sul luogo di produzione. Sono così quasi ignote le varietà del limone rosso e del limone dolce che danno frutti sempre agri, ma nel contempo abbastanza dolci da poter essere mangiati come frutta fresca. Quando questi limoni giungono a maturazione si deteriorano nel giro di due o tre giorni, per cui logicamente vengono consumati dalla popolazione locale e rimangono sconosciuti su un mercato più vasto.
Spesso si fa distinzione tra limoni gialli e verdi, ma si tratta di una distinzione meramente commerciale, in quanto i due tipi crescono sullo stesso albero. Il limone verde è il prodotto della fioritura estiva, la quale viene spesso indotta artificialmente con l'assoluta privazione di irrigazione della pianta nei mesi di giugno e luglio. In questo modo si ottengono frutti dalla sottile buccia verde e dalla polpa molto succosa. Possono rimanere immagazzinati per lungo tempo e sopportano bene trasporti e sbalzi di temperatura, per cui vengono esportati in tutto il mondo, mentre i loro "fratelli" limoni invernali, coprono il fabbisogno dei mercati interni. Questo tipo di forzatura dell'albero ne abbrevia la vita, ma si tratta di una pratica molto vantaggiosa economicamente, per cui generalmente adottata in tutte le piantagioni.
In media, la buccia del limone può raggiungere il 40% del peso complessivo, un altro 3% è rappresentato dai semi. Pur trattandosi di una media il dato fa capire che il frutto non viene coltivato solo per il succo.
Dalla buccia, molto apprezzata per la produzione di canditi, si estraggono anche essenze e pectina. Dai semi si estrae l'olio e gli avanzi si impiegano nell'alimentazione animale.
La parte del frutto più comunemente utilizzata è il succo che rappresenta fino al 50% del suo peso, contiene 50-80 grammi/litro di acido citrico, che conferisce il tipico sapore aspro e diversi altri acidi organici tra cui l'acido malico, l'acido ascorbico o vitamina C) (0,5 g/l). Il succo pastorizzato si mantiene senza conservanti per almeno un anno e viene usato come ingrediente di vari alimenti e bevande. Il succo concentrato viene invece sottoposto ad ulteriore lavorazione e consumato nell'industria conserviera. Dal succo del limone si produce la limonata, una bevanda a base di succo di limone, acqua e zucchero.
L'olio essenziale del limone è un liquido etereo e volatile con un colore che va da giallo a verde, una volta estratto per pressione meccanica mantiene l'odore della scorza, è quasi completamente solubile in alcol etilico a 96 °C ed è costituito prevalentemente da limonene e pineni (beta-pinene, alfa pinene, gamma terpinene). Occorrono circa tremila limoni per ottenere almeno 1 kg di essenza, e in genere i frutti verdi ne forniscono maggiori quantità. L'olio essenziale viene industrialmente deterpenato sia per distillazione sottovuoto che con l'impiego di solventi (CO2 supercritica). È impiegato principalmente nell'industria alimentare per il suo potere aromatizzante ed in quella profumiera. Nella produzione di detersivi vengono spesso impiegati i suoi sottoprodotti (terpeni), distillati dal succo e dalle "fezze" (residui fermentati di lavorazione industriale).
La stagione invernale, da un punto di vista puramente meteorologico, non è “il massimo”; ci consola il fatto che, Madre Natura, nella sua immensa bontà, ci regala alcuni prodotti (gli agrumi) in grado di aiutarci a superare il periodo dell’anno più difficile: l’inverno.
Qualche settimana fa, dal mo fruttivendolo di fiducia, ho trovato dei fantastici agrumi BIO (rigorosamente non trattati): arance, limoni, mandarini e cedri; ho acquistato tutta questa frutta e ho trascorso un intero week-end a preparare liquori, con le bucce, e marmellate con la polpa dei frutti.
Ingredienti (per circa 2 litri di liquore)
14-16 limoni BIO di media grandezza;
1 litro di alcol “Buongusto”;
800 g di zucchero semolato;
1 litro di acqua;
1 bustina di zafferano (opzionale, serve per dare un colore più carico al liquore);
1 – Preparazione.
Lavare molto bene i limoni, dopo averli lasciati a bagno in acqua per almeno 30 minuti.
Utilizzando un coltello molto affilato (o un pelapatate), pelare i limoni assicurandosi di prelevare solamente la parte gialla della buccia (la parte bianca lascerebbe un retrogusto amaro).
Mettere le bucce in un barattolo con tappo a vite, aggiungere l'alcol e lasciar macerare per un periodo compreso tra 1 e 3 settimane; agitare per bene il barattolo una volta ogni 2-3 giorni.
Trascorso il tempo indicato, preparare lo sciroppo sciogliendo lo zucchero in acqua e far bollire per 4-5 min.
Far raffreddare completamente, unire l'alcol con le bucce e lasciare insaporire per una giornata intera.
Aggiungere lo zafferano, mescolare bene, filtrare e imbottigliare.
2 - Presentazione.
Lasciare a riposo per almeno 1 mese prima di consumare.
Ottimo servito ghiacciato.
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