La nocciola è il frutto del nocciolo, pianta coltivata dall'uomo
già nell'antichità. Dopo le mandorle sono il frutto più ricco di vitamina E e
sono una fonte di fitosteroli, una sostanza ritenuta importante per la
prevenzione delle malattie cardiovascolari. Le nocciole contengono, inoltre,
grassi monoinsaturi in grado di abbassare il livello del colesterolo LDL e dei
trigliceridi.
Il nocciolo è un albero che raggiunge i 5-7m di altezza, con foglie a forma di cuore e profilo dentellato; cresce spontaneo nei boschi a clima mite e spesso forma naturalmente delle vere e proprie macchie di boscaglia (simili a piantagioni), anche dette "noccioleti". Sotto le piante di nocciolo è possibile trovare alcuni funghi, come il porcinello rosso, il berbesin e (nel sottosuolo) il tartufo nero.
Il terreno idoneo allo sviluppo dei noccioleti è drenante, fertile e profondo.
Il nocciolo convive egregiamente con querce, faggi, frassini, aceri e alcuni pioppi.
Le origini delle nocciole sono europee e caucasiche. In Italia, il nocciolo colonizza in parte le pianure, buona superficie delle creste collinari dell'Appennino (fino ai nebrodi siciliani) e non manca in prossimità delle quote medie alpine. Viene diffusamente coltivato in Spagna, Francia, Turchia e Italia (soprattutto in Piemonte e Lazio).
La nocciola è comunemente annoverata fra la frutta secca, è di colore verdastro (inizialmente) e poi marroncino, con il proseguire del grado di maturazione. Il pericarpo è in parte ricoperto da un involucro fogliaceo a margine irregolare.
Il seme, posto all'interno, è commestibile ed è di consistenza croccante.
Viene consumato sia allo stato fresco sia allo stato secco.
Le nocciole sono semi oleosi, quindi particolarmente ricchi di grassi; il loro impiego è eterogeneo ma, tra i vari, si nota anche la produzione di un olio alternativo a quello extravergine di oliva.
Gli impieghi gastronomici di questi frutti sono davvero numerosissimi e non è affatto semplice citarli tutti. Oltre ad essere consumate da sole, le nocciole vengono adoperate per la produzione di confetti, torroni, cioccolato, gelati e dolciumi vari, ma anche di alimenti di impronta "salutistica" come i muesli. Le nocciole, in quanto "frutta secca" (o meglio, semi oleosi), sono molto utilizzate nei regimi alimentari di tipo:
Macrobiotico, Dieta a Zona e Dieta Paleolitica.
Per il discreto contenuto in proteine (tenendo in considerazione che si tratta di un alimento vegetale), le nocciole risultano un valido sostituto degli alimenti plastici di origine animale; ovviamente, né la quantità, né il valore biologico sono vagamente paragonabili a quelli, per esempio, della carne. Ad ogni modo, la possibilità di associare più fonti proteiche vegetali, se ben ponderata, assicura la copertura del fabbisogno di amminoacidi essenziali anche attraverso un regime dietetico vegano.
Le nocciole possono essere utilizzate per completare l'apporto lipidico della dieta; potrà sembrare strano, ma alcuni regimi alimentari necessitano di fonti lipidiche alternative all'olio per raggiungere anche solo il 25-30% delle calorie totali. In tal caso, le nocciole sono un'ottima soluzione.
La ripartizione degli acidi grassi risulta benefica per il metabolismo dei lipidi. A dir il vero, le nocciole non contengono grosse quantità di molecole essenziali (omega 3 e omega 6); tuttavia, l'apporto in omega 9 (acido oleico) risulta più che soddisfacente, a tutto vantaggio della colesterolemia.
Notevole anche la concentrazione di fibre alimentari, importanti per prevenire la stipsi, ma anche per ridurre il rischio di tumore al colon, alimentare la flora batterica intestinale simbiotica e modulare l'assorbimento dei nutrienti.
L'importanza nutrizionale delle nocciole è anche imputabile all'elevato contenuto in vitamine (vitamina E, B6, folati e tiamina) e sali minerali (rame, ferro, manganese e calcio). Se assunte in piccole dosi hanno proprietà antiossidanti, ricostituenti, ipoglicemizzanti e ipocolesterolemizzanti (sono una buona fonte di steroli vegetali).
Ad ogni modo, considerato il loro elevato apporto calorico, le nocciole andrebbero consumate con moderazione (10-20 grammi sono più che sufficienti), possibilmente lontano dai pasti principali, magari associandole a un frutto polposo (kiwi, banana, mela ecc.).
Le nocciole si prestano soprattutto all'alimentazione del soggetto ipercolesterolemico, in virtù degli effetti positivi che svolgono gli omega 9 e i fitosteroli. Non risultano controindicate in caso di diabete mellito tipo 2, ipertensione, iperuricemia e ipertrigliceridemia. Tuttavia, è bene tenere a mente che molto spesso tali patologie metaboliche derivano primariamente da una condizione di obesità; pertanto, essendo le nocciole estremamente energetiche, è sempre bene assumerle con una certa moderazione.
Valori nutrizionali per 100 g 628 Kcal.
ATTENZIONE!
Le nocciole sono alimenti potenzialmente allergizzanti, ragion per cui dovrebbero essere escluse anche dalla dieta della nutrice e da quella dell'infante.
L'olio di nocciole, ricavato per spremitura dei semi, è destinato soprattutto all'industria cosmetica, dove viene impiegato per le sue preziose proprietà antiossidanti, emollienti e tonificanti (è adatto soprattutto per le pelli molto secche e disidratate).
In passato, l'olio di nocciola è salito agli onori delle cronache per la scoperta di un giro d'affari di svariati milioni di euro, basato sulla sua illecita aggiunta al più pregiato extravergine di oliva.
Al tempo della Roma antica si usava donare piante di Corylus avellana (volgarmente: nocciòlo) per augurare felicità. Ugualmente accadeva in Francia dove la pianta veniva donata agli sposi come simbolo di fecondità.
Nella cultura e nella lingua anglosassone il termine equivalente, Hazel (inteso come nocciolina), è talvolta utilizzato come nome proprio o vezzeggiativo. Hazel è, ad esempio, intitolata una canzone del cantante Bob Dylan contenuta nell'album discografico del 1974 Planet Waves mentre Hazel Grove (Boschetto di nocciòle) è una cittadina nelle vicinanze di Manchester, nell'Inghilterra nord-occidentale.
Negli Stati Uniti Hazel è una città del Kentucky.
In questa preparazione, le benefiche proprietà della frutta secca (nocciole e pistacchi) si uniscono alla sfiziosità del formaggio e mortadella, garantendo un risultato estremamente interessante
Ingredienti (per uno stampo 20x20, circa 9 porzioni).
200 g di cracker (grissini, granetti o altro di vostro gusto);
40 g di nocciole pelate;
100 g di parmigiano grattugiato;
100 g di pistacchi al naturale in granella;
- Le nocciole italiane più pregiate sono:
- tonda gentile trilobata (ex. nocciola tonda gentile delle Langhe);
- tonda di Giffoni;
- tonda gentile romana;
- la Camponica e la Mortarella di S. Giovanni (tipiche dell’Irpinia in Campania);
- tonda tardiva.
Il nocciolo è un albero che raggiunge i 5-7m di altezza, con foglie a forma di cuore e profilo dentellato; cresce spontaneo nei boschi a clima mite e spesso forma naturalmente delle vere e proprie macchie di boscaglia (simili a piantagioni), anche dette "noccioleti". Sotto le piante di nocciolo è possibile trovare alcuni funghi, come il porcinello rosso, il berbesin e (nel sottosuolo) il tartufo nero.
Il terreno idoneo allo sviluppo dei noccioleti è drenante, fertile e profondo.
Il nocciolo convive egregiamente con querce, faggi, frassini, aceri e alcuni pioppi.
Le origini delle nocciole sono europee e caucasiche. In Italia, il nocciolo colonizza in parte le pianure, buona superficie delle creste collinari dell'Appennino (fino ai nebrodi siciliani) e non manca in prossimità delle quote medie alpine. Viene diffusamente coltivato in Spagna, Francia, Turchia e Italia (soprattutto in Piemonte e Lazio).
La nocciola è comunemente annoverata fra la frutta secca, è di colore verdastro (inizialmente) e poi marroncino, con il proseguire del grado di maturazione. Il pericarpo è in parte ricoperto da un involucro fogliaceo a margine irregolare.
Il seme, posto all'interno, è commestibile ed è di consistenza croccante.
Viene consumato sia allo stato fresco sia allo stato secco.
Le nocciole sono semi oleosi, quindi particolarmente ricchi di grassi; il loro impiego è eterogeneo ma, tra i vari, si nota anche la produzione di un olio alternativo a quello extravergine di oliva.
Gli impieghi gastronomici di questi frutti sono davvero numerosissimi e non è affatto semplice citarli tutti. Oltre ad essere consumate da sole, le nocciole vengono adoperate per la produzione di confetti, torroni, cioccolato, gelati e dolciumi vari, ma anche di alimenti di impronta "salutistica" come i muesli. Le nocciole, in quanto "frutta secca" (o meglio, semi oleosi), sono molto utilizzate nei regimi alimentari di tipo:
Macrobiotico, Dieta a Zona e Dieta Paleolitica.
Per il discreto contenuto in proteine (tenendo in considerazione che si tratta di un alimento vegetale), le nocciole risultano un valido sostituto degli alimenti plastici di origine animale; ovviamente, né la quantità, né il valore biologico sono vagamente paragonabili a quelli, per esempio, della carne. Ad ogni modo, la possibilità di associare più fonti proteiche vegetali, se ben ponderata, assicura la copertura del fabbisogno di amminoacidi essenziali anche attraverso un regime dietetico vegano.
Le nocciole possono essere utilizzate per completare l'apporto lipidico della dieta; potrà sembrare strano, ma alcuni regimi alimentari necessitano di fonti lipidiche alternative all'olio per raggiungere anche solo il 25-30% delle calorie totali. In tal caso, le nocciole sono un'ottima soluzione.
La ripartizione degli acidi grassi risulta benefica per il metabolismo dei lipidi. A dir il vero, le nocciole non contengono grosse quantità di molecole essenziali (omega 3 e omega 6); tuttavia, l'apporto in omega 9 (acido oleico) risulta più che soddisfacente, a tutto vantaggio della colesterolemia.
Notevole anche la concentrazione di fibre alimentari, importanti per prevenire la stipsi, ma anche per ridurre il rischio di tumore al colon, alimentare la flora batterica intestinale simbiotica e modulare l'assorbimento dei nutrienti.
L'importanza nutrizionale delle nocciole è anche imputabile all'elevato contenuto in vitamine (vitamina E, B6, folati e tiamina) e sali minerali (rame, ferro, manganese e calcio). Se assunte in piccole dosi hanno proprietà antiossidanti, ricostituenti, ipoglicemizzanti e ipocolesterolemizzanti (sono una buona fonte di steroli vegetali).
Ad ogni modo, considerato il loro elevato apporto calorico, le nocciole andrebbero consumate con moderazione (10-20 grammi sono più che sufficienti), possibilmente lontano dai pasti principali, magari associandole a un frutto polposo (kiwi, banana, mela ecc.).
Le nocciole si prestano soprattutto all'alimentazione del soggetto ipercolesterolemico, in virtù degli effetti positivi che svolgono gli omega 9 e i fitosteroli. Non risultano controindicate in caso di diabete mellito tipo 2, ipertensione, iperuricemia e ipertrigliceridemia. Tuttavia, è bene tenere a mente che molto spesso tali patologie metaboliche derivano primariamente da una condizione di obesità; pertanto, essendo le nocciole estremamente energetiche, è sempre bene assumerle con una certa moderazione.
Valori nutrizionali per 100 g 628 Kcal.
ATTENZIONE!
Le nocciole sono alimenti potenzialmente allergizzanti, ragion per cui dovrebbero essere escluse anche dalla dieta della nutrice e da quella dell'infante.
L'olio di nocciole, ricavato per spremitura dei semi, è destinato soprattutto all'industria cosmetica, dove viene impiegato per le sue preziose proprietà antiossidanti, emollienti e tonificanti (è adatto soprattutto per le pelli molto secche e disidratate).
In passato, l'olio di nocciola è salito agli onori delle cronache per la scoperta di un giro d'affari di svariati milioni di euro, basato sulla sua illecita aggiunta al più pregiato extravergine di oliva.
Al tempo della Roma antica si usava donare piante di Corylus avellana (volgarmente: nocciòlo) per augurare felicità. Ugualmente accadeva in Francia dove la pianta veniva donata agli sposi come simbolo di fecondità.
Nella cultura e nella lingua anglosassone il termine equivalente, Hazel (inteso come nocciolina), è talvolta utilizzato come nome proprio o vezzeggiativo. Hazel è, ad esempio, intitolata una canzone del cantante Bob Dylan contenuta nell'album discografico del 1974 Planet Waves mentre Hazel Grove (Boschetto di nocciòle) è una cittadina nelle vicinanze di Manchester, nell'Inghilterra nord-occidentale.
Negli Stati Uniti Hazel è una città del Kentucky.
In questa preparazione, le benefiche proprietà della frutta secca (nocciole e pistacchi) si uniscono alla sfiziosità del formaggio e mortadella, garantendo un risultato estremamente interessante
Ingredienti (per uno stampo 20x20, circa 9 porzioni).
200 g di cracker (grissini, granetti o altro di vostro gusto);
40 g di nocciole pelate;
100 g di parmigiano grattugiato;
100 g di pistacchi al naturale in granella;
100 g
di burro;
300 g di formaggio cremoso (tipo Philadelphia);
300 g di ricotta;
200 g di mortadella;
3 fogli di colla di pesce;
4 cucchiai di rhum.
1 - Preparazione.
Nel caso aveste a disposizione dei pistacchi con ancora la pellicina, eliminatela operando nel seguente modo: in un padellino scaldate un po’ d’acqua; quando bollirà, aggiungete i pistacchi e lasciateli scottare per 1-2 minuti, scolateli e metteteli in una tazza con dell’acqua fredda; la pellicina si staccherà molto facilmente.
Tritate finemente i pistacchi.
Frullate i grissini crackers e riduceteli in polvere. Fate lo stesso con le nocciole. Metteteli in una ciotola e unitevi metà del parmigiano grattugiato.
Sciogliete il burro e amalgamatelo bene al tutto.
Foderate lo stampo con della carta da forno inumidita e strizzata (1), lasciando fuoriuscire i lembi. Distribuitevi il preparato per la base (2) e livellate bene (3). Fate compattare in frigorifero per un’ora circa.
Nel frattempo preparate il ripieno cremoso.
Fate ammollare la colla di pesce in acqua fredda.
In una ciotola unite i due formaggi cremosi, il parmigiano rimasto e la mortadella frullata nel mixer. Amalgamate il composto.
Scaldate, a bagnomaria, il rhum e scioglietevi la colla di pesce strizzata.
Versatela sul composto e mescolate per incorporare. Unite anche meta dei pistacchi in granella; questa operazione risulterà più semplice utilizzando un frullatore munito di fruste.
Distribuite la crema di formaggi sulla base che avete messo in frigo (4).
Livellare la superficie e rimettere in frigorifero per almeno 3 ore.
2 -Presentazione.
Togliere dal frigo la cheesecake e spolverizzate con la granella di pistacchi (5); eliminate lo stampo, tagliatela a cubetti e servite (6).
Servendo piccole porzioni rappresenta un antipasto mentre, con porzioni più generose, diviene un buon secondo piatto.
300 g di formaggio cremoso (tipo Philadelphia);
300 g di ricotta;
200 g di mortadella;
3 fogli di colla di pesce;
4 cucchiai di rhum.
1 - Preparazione.
Nel caso aveste a disposizione dei pistacchi con ancora la pellicina, eliminatela operando nel seguente modo: in un padellino scaldate un po’ d’acqua; quando bollirà, aggiungete i pistacchi e lasciateli scottare per 1-2 minuti, scolateli e metteteli in una tazza con dell’acqua fredda; la pellicina si staccherà molto facilmente.
Tritate finemente i pistacchi.
Frullate i grissini crackers e riduceteli in polvere. Fate lo stesso con le nocciole. Metteteli in una ciotola e unitevi metà del parmigiano grattugiato.
Sciogliete il burro e amalgamatelo bene al tutto.
Foderate lo stampo con della carta da forno inumidita e strizzata (1), lasciando fuoriuscire i lembi. Distribuitevi il preparato per la base (2) e livellate bene (3). Fate compattare in frigorifero per un’ora circa.
Nel frattempo preparate il ripieno cremoso.
Fate ammollare la colla di pesce in acqua fredda.
In una ciotola unite i due formaggi cremosi, il parmigiano rimasto e la mortadella frullata nel mixer. Amalgamate il composto.
Scaldate, a bagnomaria, il rhum e scioglietevi la colla di pesce strizzata.
Versatela sul composto e mescolate per incorporare. Unite anche meta dei pistacchi in granella; questa operazione risulterà più semplice utilizzando un frullatore munito di fruste.
Distribuite la crema di formaggi sulla base che avete messo in frigo (4).
Livellare la superficie e rimettere in frigorifero per almeno 3 ore.
2 -Presentazione.
Togliere dal frigo la cheesecake e spolverizzate con la granella di pistacchi (5); eliminate lo stampo, tagliatela a cubetti e servite (6).
Servendo piccole porzioni rappresenta un antipasto mentre, con porzioni più generose, diviene un buon secondo piatto.
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