Il coriandolo
(Coriandrum sativum, L. 1753),
prezzemolo cinese conosciuto anche con il nome spagnolo cilantro, è una pianta
erbacea annuale della famiglia delle Apiaceae (o Umbelliferae). Appartiene alla
stessa famiglia del cumino, dell'aneto, del finocchio e naturalmente del
prezzemolo. Coriandrum è una parola latina citata da Plinio (Naturalis
Historia), che ha le sue radici nella parola greca corys o korios (cimice)
seguita dal suffisso -ander (somigliante), in riferimento alla supposta
somiglianza dell'odore emanato dai frutti acerbi o dalla pianta spremendo o
sfregando le foglie.
Nelle civiltà mediterranee trovò impiego fin nell'antichità come pianta aromatica e medicinale; in alcune tombe egizie viene raffigurato come offerta rituale. Il suo utilizzo da parte dei Micenei è attestato nelle tavolette in lineare B, dove appare definito già come "ko-ri-a-ndo-no". I Romani lo usarono moltissimo ed Apicio ne fa la base di un condimento chiamato appunto "Coriandratum". Secondo Plinio il Vecchio (Naturalis Historia, XX, 82), mettendo alcuni semi di coriandolo sotto il cuscino al levar del sole si poteva far sparire il mal di testa e prevenire la febbre.
Si usano soprattutto i
frutti che maturano in giugno/luglio. La raccolta delle ombrelle, recise
insieme al loro gambo, deve avvenire al mattino presto quando il coriandolo è
ancora umido di rugiada. Vanno quindi essiccate subito altrimenti col tempo
perdono molte proprietà. Le ombrelle vengono quindi riunite in mazzi ed appese
in luoghi ombreggiati, quando sono ben essiccate si battono all'interno di un
sacchetto per separare i frutti dai peduncoli che li sostengono. I frutti si
conservano poi in recipienti di vetro. I semi si dovrebbero conservare interi
poiché la polvere di coriandolo perde aroma molto facilmente.
Benché
originaria dei paesi del Mar Mediterraneo, le foglie fresche ed i semi
essiccati sono utilizzati prevalentemente nella cucina indiana e latino
americana. In Europa è oggi tornato in auge al seguito di quelle culture
culinarie.
Numerosissimi
sono gli impieghi culinari del coriandolo. Entra nella preparazione di alcuni
salumi, insaporisce carne, pesce e verdure, ma profuma anche birre, biscotti,
confetti e il panpepato; i semi vengono utilizzati come spezia. Questi sono
meno piccanti delle foglie, sono dolci con un lieve sapore di limone. Macinati,
i semi di coriandolo costituiscono uno degli ingredienti del curry e del garam
masala. Le foglie, in Oriente, sono utilizzate al posto del prezzemolo. A
Tenerife si usa nel Mojo Verde (salsa). Nell'Africa Meridionale vengono
inseriti nel boerewors, una salsiccia spiraliforme abbondantemente speziata. In
passato, in Italia, lo si trovava nella mortadella. Nella città di Monte San
Biagio e in alcuni paesi sulla costa Ionica della Basilicata il seme di
coriandolo viene usato per condire l'impasto della salsiccia. Secondo alcuni
recenti studi nell'essere umano esistono delle componenti genetiche in base
alle quali il coriandolo può essere apprezzato oppure del tutto sgradevole.
Le radici vengono
utilizzate in particolare nella cucina thailandese per preparare un condimento
di base insieme ad aglio e pepe.
Degli
accostamenti con altre spezie da provare sono quello con timo e pepe per dare
un tocco esotico al riso bollito e quello con la noce moscate per insaporire il
purè di patate.
Nella
cucina internazionale il coriandolo è molto apprezzato, meno in quella
italiana, dove viene adoperato nelle preparazioni di insaccati (spesso
scambiato per pepe) e come aroma per liquori e digestivi.
In
Marocco è usato nelle marinate e nei ripieni di carne mentre in Egitto viene
abbinato ai fagioli.
In
Oriente sono più utilizzate le foglie, il cui odore è molto forte e non risulta
a tutti gradevole, per aromatizzare insalate e zuppe.
Le
foglie di coriandolo sono presenti anche in molte pietanze messicane.
Nell’Europa
centrale i semi di coriandolo insaporiscono la cacciagione, i sottaceti e le
salamoie, le verdure e i funghi.
Nei
Balcani è una spezia molo apprezzata per insaporire il pane, la frutta e alcuni
dolci.
Il
coriandolo è usato nella preparazione di liquori e digestivi, lo troviamo ad
esempio nel Ratafià, nel Gin e nello Chartreuse.
Quando si semina il
coriandolo è bene sapere che può influenzare la crescita delle piante vicine:
ad esempio il finocchio soffre se coltivato accanto al coriandolo mentre
l'anice ne trae vigore.
Altra curiosità legata
al nome di questa spezia è il motivo per cui oggi chiamiamo coriandoli i
pezzetti di carta colorata che per tradizione si lanciano a Carnevale: nel XV
secolo durante i festeggiamenti si lanciavano confetti che spesso consistevano
in semi di coriandolo glassati. Nel tempo questi dolcetti di zucchero si sono
trasformati fino a diventare i dischetti di carta che conosciamo oggi e che
hanno mantenuto il nome della spezia che hanno sostituito.
Ingredienti (per 5-6 persone).
1,5 Kg di coniglio in
pezzi;
150 ml di aceto di vino
bianco;
80 g di olive verdi e
nere denocciolate;
250 ml di vino bianco
secco;
2 rametti di coriandolo
fresco (½ cucchiaino di quello secco);
1 scalogno;
1 costa di sedano;
2 carote medie;
2 spicchi d’aglio;
50 ml di olio EVO;
1 cucchiaino di pepe in
grani;
Sale q.b.
1 –
Preparazione.
Prepariamo
il coniglio.
Riducete il coniglio a
piccoli pezzi e lavateli con l'aceto.
Sbucciate la cipolla e
l'aglio, spuntate il sedano e le carote.
Raschiate le carote.
Riducete finemente
cipolla, sedano e carote, con un robot da cucina.
Raccogliete il coniglio
in una ciotola adeguata, cospargetelo con il trito aromatico preparato, l’aglio
tagliato a fettine e una generosa macinata di pepe nero.
Coprite con il vino
bianco e lasciate riposare, coperto con pellicola da cucina, riposto in
frigorifero, per almeno 2 ore.
2 – Cottura.
Scolate il coniglio.
Sgocciolatelo e filtrate le verdure attraverso un colino a maglie fitte.
In una casseruola scaldate
l’olio, unite le verdure scolate e lasciate appassire, mescolando di frequente,
per 3-4 minuti.
Aggiungete il coniglio e
fatelo rosolare, a fiamma vivace, rigirandolo; deve prendere un bel colore
dorato, aggiustate di sale.
Aggiungete 1 mestolo di vino
della marinatura, coprite e portate a cottura a fuoco moderato per circa 60
minuti.
Controllate la cottura
rigirando i pezzi di coniglio e aggiungendo altro vino della marinatura quando
necessario; il fondo deve risultare asciutto e il coniglio tenero.
Unite le olive
denocciolate 10 minuti prima di togliere dal fuoco.
3 -
Presentazione.
Nessun commento:
Posta un commento