"Giovedì
gnocchi”: detto tipicamente romano proprio perché gli alimentari il giovedì
vendevano gli gnocchi (mentre le osterie li inserivano nel menù), il giorno
seguente ceci e baccalà e il sabato il trito di frattaglie di bovino. La storia
però del famoso detto popolare ha una spiegazione ancora più antica che risale
alle usanze cristiane.
Per i cristiani il venerdì era il giorno della penitenza, giorno in cui si mangiava un piatto "magro" per questo si usava il pesce, ci si preparava allora al venerdì mangiando il giorno prima, appunto il giovedì, un piatto piuttosto suntuoso ( per quell'epoca!). Il sabato poi, l’usanza era quella di macellare manzi e vitelli prima della domenica e, mentre al padrone venivano riservate i tagli migliori della carne, i contadini si dovevano accontentare dei pezzi considerati meno pregiati, quindi le frattaglia dello stomaco, la trippa.
Gli gnocchi si sono diffusi in Europa ancor prima
della scoperta dell'America con la diffusione della patata. La preparazione
degli gnocchi in Italia risale al rinascimento, quando gli gnocchi venivano
impastati con latte, molliche di pane e mandorle tritate, nel '600 si usava
impastare acqua con farine di frumento e infine dall'800, con la diffusione
della patata, nascono gli gnocchi come li conosciamo oggi.
Oggi non è giovedì ma sabato e siccome ho
preparato una certa quantità di ragù di “scorta” per la settimana, ho deciso
che domenica avrei mangiato un bel piatto di gnocchi al ragù.
Ingredienti (per 6 persone)
Per gli gnocchi:
1 Kg di patate farinose;
300 g di farina tipo “0”;
2 uova;
1 grattugiata abbondante di noce moscata;
Sale q.b.
Per il ragù (*):
300 g di polpa di manzo tritata;
200 g di polpa di vitello tritata;
150 g di salsiccia di maiale;
20 g di funghi secchi;
400 g di polpa di pomodoro;
50 g di olio EVO;
½ bicchiere di vino rosso;
1 costa di sedano;
1 carota;
1 scalogno;
2 spicchi d’aglio;
½ cucchiaino di mix di polvere di spezie (paprica,
curcuma, zenzero, coriandolo);
sale q.b.
1
– Preparazione.
Prepariamo
il ragù.
Spezzettare grossolanamente i funghi secchi e
metterli in ammollo, in acqua tiepida, per almeno ½ ora.
Con l’ausilio di tritatutto o con una mezza luna,
tritare finemente e, separatamente, la carota, il sedano, lo scalogno e gli
spicchi d’aglio.
In una casseruola, a bordi alti, mettere l’olio
EVO, il trito di scalogno con l’aglio e soffriggere il tutto per 4-5 min a
fuoco moderato. Unire il trito di sedano e carota e, mescolando di frequente,
rosolare sino a quando le verdure saranno ben appassite (circa 10 min).
Aumentare l’intensità della fiamma e aggiungere,
poco alla volta, la carne trita mescolando frequentemente: Quando tutta la
carne sarà ben rosolata, aggiungere la salsiccia sgranata e priva del budello.
Dopo che anche la salsiccia è ben rosolata,
aggiungere il vino e lasciare svaporate per una decina di minuti a fiamma
moderata.
Dopo aver ben strizzato i funghi messi in ammollo
aggiungerli alla carne; filtrare l’acqua di ammollo (per eliminare eventuali
tracce di terriccio) e unirla, assieme alla polpa di pomodoro, alla carne e
funghi. Aggiungere le spezie, una presa di sale (la salatura definitiva verrà
fatta a cottura quasi ultimata), aumentare la fiamma e portare nuovamente a
bollore.
Raggiunto il bollore abbassare la fiamma al minimo,
mescolare bene, coprire lasciando il coperchio leggermente socchiuso (io appoggio
il cucchiaio di legno sul tegame e poi appoggio il coperchio) e lasciar
sobbollire per almeno 3-4 ore (**).
A cottura quasi ultimata aggiustare di sale.
Prepariamo
gli gnocchi.
Per la preparazione degli gnocchi, ho modificato
un poco il mio ”collaudato” metodo adottando i consigli di Simona, riportati
nel suo splendido blog.
Portate a bollore una padella con abbondate acqua
fredda e patate con la buccia, direttamente immerse; quando risulteranno
morbide alla prova forchetta scolatele e inseritele subito in uno schiaccia patate
con tutta buccia e schiacciate piano
a vuoto per far uscire l’acqua in eccesso.
Ripetete questa operazione fino a quando non sarà
eliminata tutta l’acqua in eccesso e dai fori esce solo la purea. E’ importante
che le patate risultino asciutte e, per quanto possibile, private del maggior
liquido per evitare che l’impasto si ammorbidisca troppo e incorra nell’errore
di compattarlo aggiungendo altra farina. Non fatelo! Gli gnocchi migliori al
gusto sono quelli con meno farina possibile; al massimo, se le vostre patate
anche dopo averle accuratamente sgocciolate nello schiaccia patate dovessero
risultare ancora umide e l’impasto troppo molle, aggiungete 1 cucchiaino di fecola
e non farina.
Una volta sgocciolate accuratamente le patate, schiacciate la
purea sulla farina, disposta precedentemente a fontana sul piano di lavoro; aggiungete
al centro il sale, la noce moscata grattugiata e le uova ben sbattute, in modo
da amalgamare in eguale quantità tuorlo e albume.
Impastare velocemente
e molto poco (1). Una lavorazione lunga renderebbe l’impasto colloso. Gli gnocchi di
patate vanno
impastati pochissimo, giusto il tempo di assemblaggio ingredienti, possibilmente quando le patate sono ancora calde (il
calore favorisce l’assemblaggio).
Formate quindi rapidamente una palla e
assolutamente non aggiungete farina! Se avete seguito le indicazioni su come
bollire e poi
sgocciolare le patate vedrete che non sarà necessario,
otterrete una palla morbida ma compatta.
Formare
dei cilindri di circa 1 cm. di diametro (2) dal quale ricaveremo dei tocchetti
da circa 1,5 cm. di lunghezza (3).
Si
possono lasciare così ma, nel caso si voglia dare una forma più da “gnocco”,
prendete ogni tocchetto e fatelo scorre, facendo una lieve pressione, sul
retro di una grattugia infarinata (4). Procedete a realizzare i vostri gnocchi in questo modo fino ad esaurimento
impasto.
Lasciate quindi riposare gli
gnocchi all’aria per circa 20-30 min (5).
Il riposo è fondamentale affinché
gli gnocchi si assestino, si raffreddino e si secchino leggermente in superficie;
passaggio necessario poiché mantengano la loro forma rigata anche dopo la cottura.
La cottura immediata degli gnocchi
di patate in acqua bollente potrebbe provocare la famosa “colla” decisiva per
rovinare la pietanza. Al contrario, lasciare all’aria gli gnocchi più di mezz’ora
potrebbe rovinare diversamente l’impasto perché potrebbe formarsi una crosta
eccessiva con un interno troppo molle e lo scurirsi dell’impasto.
I tempi di riposo ideali si
aggirano quindi intorno ai 20 - massimo 30 min.
2
– Cottura.
In una pentola grande e spaziosa
con abbondate acqua e sale grosso, immergere gli gnocchi dopo essere stati
leggermente scossi per far scivolare via la farina in eccesso. Non mescolateli
troppo in fase di cottura e sopratutto non fatelo velocemente, potrebbero perdere
la loro forma. Gli Gnocchi di patate sono
pronti quando salgono completamente in superficie.
Evitate di scolarli nello
scolapasta; rischiereste di ammassarli rovinandone la forma. Scolateli dunque con un mestolo
forato inserendoli
a mano a mano direttamente nella padella dove avete precedentemente messo 3-4
cucchiai di ragù. Mantecateli a fiamma alta per qualche minuto ancora.
3
- Presentazione.
Servite
gli gnocchi ben caldi aggiungendo altro ragù e, se piace, una generosa
spolverata di grana grattugiato.
Se volete conservare i vostri
Gnocchi di patate a lungo, procedete alla congelazione: stendete gli gnocchi di
patate ben distanziati su dei vassoi leggermente infarinati. Ponete i vassoi
con gli gnocchi in freezer; aspettate che si induriscano e si congelino e solo dopo che
saranno ben duri trasferiteli in sacchetti di plastica per alimenti. Se non
avete problemi di spazio lasciateli pure sui vassoi (non trasferite gli gnocchi
nei sacchetti ancora morbidi dato che si attaccheranno gli uni agli altri e perderete
tutto il lavoro fatto).
Cuocete gli gnocchi di patate
ancora congelati in acqua bollente direttamente dal freezer alla pentola. In
questo modo conserveranno la morbidezza e consistenza ideale.
(*) I tempi decisamente lunghi per la preparazione di
questo ragù, mi portano a prepararne una quantità maggio del necessario; la
parte in eccesso, raccolta in vasetti, la conservo nel congelatore pronta per
altre ricette.
(**) Mio padre (di origine emiliana) sosteneva che il
ragù doveva sobbollire per molte ore: più tempo cucinava e più buono diveniva.
Io ho sempre seguito questo criterio; infatti, inizio a prepararlo il
pomeriggio, lo faccio cuocere sino a sera, poi lo faccio riposare tutta la
notte e riprendo la cottura, il mattino dopo per altre 2 ore almeno.
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