In
realtà, le cose andarono un po’ per lunghe e durò qualche anno (dal 1986 fino al
1994); i motivi adottati a giustificazione di ciò avrebbero potuto essere molti
ma, lo ammetto, l’unico vero era che “a casa di mamma” si sta sicuramente
meglio.
Sono
nato e vissuto a Milano e nel ’94 lavoravo in un’azienda nel comune di Ossona
(MI) che produce e commercializza prodotti per la depurazione delle acque e
l’industria cartaria.
Ossona
(*) è un piccolo paese a circa 25 Km a Ovest di Milano (sulla direttiva MI-TO) con
circa 4.200 abitanti è circondato da campi coltivati a mais, grano e colza.
A
un certo punto conclusi che era veramente arrivato il momento di avere
nuovamente una casa mia.
Milano,
per quanto bella e ricca di opportunità e interessi, cominciava a starmi un
poco “stretta”; ho deciso quindi di cercare casa in provincia, non troppo lontano
da Milano, giacché mio figlio, i miei genitori, mia sorella e mio fratello
vivevano tutti in città.

Cuggiono,
comune della provincia di Milano con circa 8.200 abitanti, dista circa 7 Km da
Ossona e 32 Km da Milano.
Cuggiono,
assieme ad altri 46 comuni e 3 provincie (Varese, Milano e Pavia) è all’interno
del Parco Lombardo della Valle del Ticino costituito nel 1974 (primo
Parco Regionale istituito in Italia).
E' probabile che in un periodo di
intense piogge, come lo fu quello tra i secoli IX-VIII a.C., dei nomadi di
ceppo ligure o celtico abbiano trovato qui un luogo di sosta sicuro che, nella
successiva fase di transizione dal nomadismo alla sedentarietà divenne un
villaggio di pastori e agricoltori.
Le sponde del Ticino furono
comunque abitate fin da epoche remotissime, ma nel territorio di Cuggiono non
sono finora venute alla luce testimonianze di insediamenti di epoca
preistorica.
Il termine Cuggiono è di origine
celtica. Esso deriva da "cuslono" che è composto dalla radice
"cus" che in celtico significa "bosco, macchia", e da un
suffisso "ono" che significa "luogo".
Letteralmente quindi, Cuggiono indica un luogo accanto ad un bosco. Nel corso dei secoli il nome Cuggiono ha subito diversi cambiamenti passando da Cusonum a Cucionum e Cuzono ed infine acquisendo la grafia attuale.
Letteralmente quindi, Cuggiono indica un luogo accanto ad un bosco. Nel corso dei secoli il nome Cuggiono ha subito diversi cambiamenti passando da Cusonum a Cucionum e Cuzono ed infine acquisendo la grafia attuale.
Dagli scavi della presso la cascina
“Galizia” provengono 2 teste leonine con disco traforato, destinate, forse ad
un astuccio in cuoio. Dalla presenza di questi reperti si può dedurre che i
primi abitanti della zona siano stati i Celto-Galli, i quali erano totemisti, e
come tali pensavano che all'origine delle varie tribù vi fosse un animale od
una pianta. Da qui la loro venerazione di acque, pietre e piante. Ciò
giustifica il fatto che il nome di molte località sia strettamente legato alle
piante. Così si spiega l'etimologia del nome di molti paesi della zona:
Inveruno deriverebbe da Ever-Uno, ovvero Pianta Tasso.
L'agricoltura è
senza dubbio una delle attività economiche primarie di Cuggiono: le colture di
mais, frumento, orzo, segale e avena sono largamente diffuse e accanto ad esse
sono presenti numerosi allevamenti di bovini, suini e ovini.
Oltre ad un artigianato molto fiorente, particolarmente sviluppata, è l'industria tessile che nel secondo dopoguerra ha soppiantato le filande preesistenti e la lavorazione del baco da seta, grazie alla sua più moderna tecnologia.
L’importanza di queste attività economiche è, essenzialmente, dovuta al fatto che il territorio è ricco di corsi d’acqua sia naturali, come il fiume Ticino, sia artificiali, che nel corso dei secoli sono stati realizzati per scopi di comunicazione con Milano e Pavia (Rete dei Navigli) o, semplicemente, irrigui.
Oltre ad un artigianato molto fiorente, particolarmente sviluppata, è l'industria tessile che nel secondo dopoguerra ha soppiantato le filande preesistenti e la lavorazione del baco da seta, grazie alla sua più moderna tecnologia.
L’importanza di queste attività economiche è, essenzialmente, dovuta al fatto che il territorio è ricco di corsi d’acqua sia naturali, come il fiume Ticino, sia artificiali, che nel corso dei secoli sono stati realizzati per scopi di comunicazione con Milano e Pavia (Rete dei Navigli) o, semplicemente, irrigui.
La
rete dei trasporti urbani del milanese è integrata da alcune linee di battelli
lungo il Naviglio Grande.
I percorsi si articolano su battelli di carattere
prevalentemente turistico che non sono
integrati nel sistema tariffario di trasporti pubblici locali.
Le prime linee di navigazione sul
Naviglio Grande vennero aperte in concomitanza con l'escavazione dello stesso
canale per la costruzione del Duomo di Milano, dal 1180 anche se le aree dei porti incominciarono a
diffondersi in maniera decisiva a partire dal Cinquecento, elaborando la base
per la creazione della moderna linea turistica.
Tale sistema è rimasto in uso
abbondantemente durante tutto il Settecento e l'Ottocento, andando a scemare
durante il XX secolo con la comparsa dei trasporti pubblici e delle automobili
che, abbattendo i costi e la velocità dei battelli, hanno portato lentamente
la navigazione sul naviglio a estinguere il proprio operato.
A partire dal 2003 e poi in vista dell'Expo 2015, è stata riaperta
in parte la navigazione sul Naviglio Grande prevalentemente a scopo turistico.
Attualmente il Consorzio dei Comunidel Naviglio Grande, con la collabo-razione delle amministrazioni locali, ha
reso operativi alcuni porti e un totale di 4 percorsi che sono percorribili
individualmente durante tutte le domeniche da maggio a settembre o a gruppi su
prenotazione.
Il periodo da Maggio
a settembre è scandito dalla presenza dell'acqua nel Naviglio che rende
possibile la navigazione turistica.
Il percorso, in totale, comprende
anche numerosi ponti storici sul Naviglio come quelli di Castelletto
di Cuggiono, Bernate
Ticino, Boffalora
sopra Ticino, Pontenuovo,
Pontevecchio, Robecco
sul Naviglio, Cassinetta
di Lugagnano e Castelletto
di Abbiategrasso.
Sono solo 18 anni che vivo Cuggiono
e il suo territorio, coltivando alcune delle mie passioni come la pesca, la
raccolta dei funghi, le escursioni, eppure mi sento più Cuggionese che non
Milanese; forse perché, pur essendo vicino a una grande città, permette vita
più a misura d’uomo e in mezzo alla natura.
Nato e vissuto in una grande
metropoli come Milano, trovavo normale il traffico, il caos, il rumore, lo
smog, l’eterna ricerca di un parcheggio, una vita scandita dalle lancette dell’orologio;
ci sono voluti più di sei mesi per abituarmi a quella nuova vita che scorreva a
una velocità ridotta.
Ricordo che quasi m’irritava quel
salumiere che, mentre affettava del prosciutto, raccontava alla cliente di
alcuni fatti accaduti il giorno prima (ben 10 minuti per un etto di
prosciutto).
Qualche mese dopo, ero io che, tra
una fetta di salame e un’altra, raccontavo al salumiere dei funghi raccolti nei
boschi nella mattinata.
A Milano abitavo in Viale Fulvio
Testi, un’importante e trafficata direttiva verso Monza e l’autostrada per
Venezia; oltre al traffico privato, lungo il viale transitavano 3 linee di tram
e a 300-400 metri passavano i treni da e per la stazione centrale di Milano.
I primi giorni di Settembre del 1996
trascorsi la mia prima notte nella mia nuova casa; faceva ancora caldo e
lasciai le finestre aperte con le persiane socchiuse; ho fatto molta fatica ad
addormentarmi con tutto quel silenzio rotto solo dalle cicale e dal ritocco
dell’orologio del campanile che dista 400 metri da casa.
Non immaginavo fosse così bello
svegliarsi al mattino col cinguettio degli uccelli e il canto di un gallo in
lontananza.
Nelle serate d’estate trascorse a
passeggiare, ho scoperto che le lucciole esistono ancora; pensavo fossero un
lontano ricordo d’infanzia.
Ora, quando tono a Milano, per
trovare mia madre o i miei fratelli, non vedo l’ora di scappare per tornare nel
verde e nella tranquillità.
(*)Ossona è entrata
nel Guinness dei primati per la cassoeula
più grande del mondo, realizzata il 24 agosto 2002 e distribuita ad
oltre 2.000 persone paganti arrivate da tutta la provincia di Milano.
Ho visitato oggi per la prima volta il tuo blog, mi piace molto. L'ho salvato nei preferiti. Anche io sono pensionato e spadello un po', ma non sono alla tua altezza, cmq complimenti (da Legnano)
RispondiEliminaMi ha fatto piacere il tuo apprezzamento e ti ringrazio. Spero di poterti dare altri spunti e di ricevere qualche tua idea.
EliminaCiao,ho visitato spesso il tuo blog e ho provato molti dei tuoi piatti e sono molto soddisfatto xche' mi sono riusciti tutti, hai svegliato il cuoco che è in me,grazie...
RispondiEliminaLeggendo il tuo blog,ho scoperto che hai la tua mamma originaria di Foggia,x caso conosci la ricetta delle rosette o cartellate?Complimenti e Grazie MILLE...
BUON ANNO
Ciao, grazie per gli apprezzamenti. Mi fa molto piacere condividere questa mia passione con altri...Per quanto riguarda le Cartellate (o Carteddate) la risposta è sì; come tutte le famiglie di origine pugliese, che rispettano le tradizioni di questa terra, anche noi abbiamo una ricetta di famiglia per questo fantastico dolce natalizio. Con mia sorella, nei prossimi giorni, le prepareremo (il post da pubblicare è quasi pronto, mancano le foto). La ricetta, di per se, non è diffiicile, il difficile è procurarsi un buon vincotto di mosto. In commercio si trova il vincotto di fichi o quello fatto con le uvette che però non da qual sapore caratteristico (quello di una volta, per intenderci) alle cartellate. Se hai pazienza fra 2-3 giorni pubblicheò il post delle nostre Cartellate.
EliminaAlla prossima e Buon Anno anche a te
Bruno
Accidenti, davanti a una ricetta di famiglia nn mi resta che avere pazienza....
RispondiEliminaSpero di riuscire in questa impresa, x me è la prima volta che mi cimento in una impresa tanto grande, x quanto riguarda il vincotto, lo trovo in qualsiasi negozio?
GRAZIE 1000
Max
Come già detto, questa preparazione non è difficile e, come per tutte le ricette di questo mondo, la riuscita dipende molto dalla passione; infatti, cucinare richiede tempo, voglia ma, soprattutto, passione.
EliminaIl vincotto (quello di mosto) non lo si trova facilmente (almeno qui al nord) essenzialmente per 3 motivi: il primo è economico; infatti occorrono circa 10 litri di mosto per ottenere 2 litri di vincotto (dopo 8-10 ore di bollitura). Il secondo dipende dal fatto che nonostante una nutrita presenza, nelle regioni del nord, di gente di Puglia, certe tradizioni sono state abbandonate dalle nuove generazioni. Ultimo motivo riquarda il fatto che in molte province pugliesi si usa farcire le cartellate con il miele (per me restano troppo dolci).
Qualche volta si trova il vincotto il negozzi gestiti da pugliesi o calabresi; mi è capitato di trovarlo in qualce supermercato particolarmente fornito (sempre di fichi però).
Sto facendo una ricerca in rete per individuare una fonte al sud; ee vuoi, ti terrò al corrente.
Ancora Buon ANNO
Bruno
Ciao Bruno,abbiamo appena finito di fare le tue fantastiche ROSETTE.E' stato un lungo, non complicato ma diverte lavoro di gruppo,grazie ai tuoi,come sempre dettagliati consigli. Ho trovato tramite internet un negozio di prodotti pugliesi,e ho acquistato il vincotto di mosto, le rosette sono a dir poco squisite... deduco che il vincotto è buono,ma, ti ringrazio anticipatamente ,se mi vuoi tenere al corrente degli sviluppi della tua ricerca. TI RINGRAZIO TANTO ANCHE A NOME DELLA MIA COMPAGNIA DI PROVETTI CUOCHI(LA MIA FAMIGLIA).
RispondiEliminaAncora Buon Anno anche a te
Max e Comp.
Sono molto contento della buona riuscita di questo "fantastico" dolce. Mi fa molto piacere trovare chi, anche attraverso la cucina, contribisce a mantener vive le tradizioni che fanno parte della storia del nostro "meraviglioso" paese. Io ho sempre sostenuto che bisogna guardare al futuro ma senza mai dimenticare chi siamo e da dove veniamo.
EliminaSicuramente ti terrò al corrente degli sviluppi della mia ricerca.
Un saluto a te e alla "compagnia di provetti cuochi".
Alla prosima.
Bruno
Buongiorno Max, come promesso ti aggiorno sulla mia ricerca del "buon vincotto" fatta nelle ultime settimane.
EliminaNe ho provati diversi; ho escluso decisamente quello fatto con i fichi (troppo dolce e manca di quel leggero gusto asprigno tipico del vincotto di "una volta") e, alla fine, 3 sono i prodotti valutati decisamente buoni.
Ti riporto le infos e le mie considerazioni:
1)GUSTOSE TRADIZIONI - Vieste (FG)
Sig. Luca Tamburelli
http://www.gustosetradizioni.it
Cell: 328-5971731
e-mail: info@gustosetradizioni.it
Vincotto di mosto in bottiglie da 750 al costo di € 12/cad.+trasporto
2)SOLANDIA - Barletta (BT)
Sig.ra Francesca Monterisi
http://www.solandia.it/ita/contatti.html
Tel. 0883-347038
Cell. 329-9836357
e-mail: info@solandia.it
I prodotti di SOLANDIA vengono distribuiti a Milano dalla ditta MINI SUD - CARPIANO (MI)
Sig. Antonucci
Tel. 02-98237563
Cell. 392-9668348
Vincotto di mosto in bottiglie da 750 al costo di € 9,92/cad.(sono andato io a prenderlo a Carpiano)
3)AZIENDA AGRICOLA CATALINI - ORTEZZANO (AP)
http://www.aziendagricolacatalini.it/index.php
e-mail: info@aziendagricolacatalini.it
Vincotto di mosto in bottiglie da 375 al costo di € 10/cad.+trasporto oppure bottiglie da 1l al costo di € 25/cad.+trasporto
Il prodotto 3, è un buon prodotto ma decisamente caro; infatti per fare le cartellate da 1 Kg di farina occorrerebbe circa 1-1,5 litri di vincotto per un costo di oltre 40 euro!!
I prodotti 1 e 2 sono molto simili tra loro ma al gusto noi abbiamo preferito il prodotto di SOLANDIA.
E' chiaro che quanto detto è decisamente soggettivo: ciò che piace a noi può non piacere ad altri; purtroppo l'unico modo per fare questo tipo di valutazione e quello di provare.
Spero di esserti stato utile, ciao e.....alla prossima.
Bruno
Buonasera Bruno,
RispondiEliminacon maggio è arrivato il momento dell'assaggio tanto atteso del Suo liquore al mandarino...un tripudio di profumo e dolcezza!
Approfitto per ringraziarLa personalmente per il gentilissimo e graditissimo pensiero.
Silvia (amica di Nadia)
Allora...prima di tutto, se per te non è un problema, lasciamo da parte il "Lei"...la cosa mi fa sentire più vecchio di quanto in realtà sia; per me gli amici dei miei nipoti sono come dei nipoti acquisiti!
RispondiEliminaGrazie 1000 per quanto hai detto e spero ti sia piciuto veramente e, come ho detto a Nadia, da oggi sei ufficialmente inserita nella lista delle "cavie" che andranno a valutare le mie "prove/esperimenti".
Grazie nuovamente.
Bruno